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28 Ottobre 2022
Ultimo atto del Ministero per la Transizione Ecologica Roberto Cingolani: approvata la “Adozione di criteri ambientali minimi per eventi culturali” – attuazione della Riforma 3.1 PNRR
Già da quest’estate avevamo posto l’attenzione sull’esigenza di fissare dei criteri ambientali per la programmazione, realizzazione e gestione di eventi culturali ed artistici. Difatti, come poter dimenticare tutto il clamore estivo causato dai programmati concerti ed eventi – in chiave green e sostenibilità – come quelli di Lorenzo Cherubini ed Elisa o l’atteso invernale mondiale Qatar 2022.
E ciò, in quanto proprio la sostenibilità – di cui tanto si è parlato in questi ultimi anni – non era stata presa in considerazione normativamente per quel che riguarda l’organizzazione di fiere, eventi, mostre e qualsiasi altra rappresentazione artistico culturale.
Il 20 ottobre 2022 il Ministero della Transizione Ecologica – con il coinvolgimento dei Ministeri della Cultura e del Turismo, delle parti interessate e di esperti del settore – ha, invece, posto l’attenzione sul tema e sui correlati aspetti, redigendo il decreto CAM (criteri ambientali minimi) per eventi culturali. In linea, ed in anticipo, con il programmato progetto di riforma previsto da PNRR – M1C3-6
Secondo il MITE, lo scopo della riforma sarà quello di migliorare l’impronta ecologica degli eventi culturali (mostre, festival, eventi culturali, eventi musicali) attraverso l’inclusione di criteri sociali e ambientali negli appalti pubblici per eventi culturali finanziati, promossi o organizzati dalla Pubblica Amministrazione.
Con l’applicazione sistematica e omogenea dei criteri ambientali minimi si consentirà:
- la diffusione di tecnologie/prodotti più sostenibili
- di supportare l’evoluzione del modello operativo degli operatori di mercato, spingendoli ad adeguarsi alle nuove esigenze della Pubblica Amministrazione.
A tal proposito, gli obiettivi posti all’interno del decreto CAM in commento saranno principalmente orientati verso la lotta al cambiamento climatico:
- riducendo i consumi energetici e le emissioni di CO2;
- promuovendo l’impiego di energia proveniente da fonti rinnovabili;
- stimolando scelte progettuali e tecnologiche ad alta efficienza energetica per la climatizzazione, l’illuminazione e la proiezione audiovisiva;
- incentivando la mobilità sostenibile per l’organizzazione logistica degli eventi e per la confluenza dei partecipanti stessi.
In attesa di una completa analisi del decreto CAM per eventi culturali (che entrerà in vigore dopo 15 giorni dalla pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale) è stato evidenziato come il testo legislativo abbia posto dei requisiti ambientali per prevenire la produzione dei rifiuti. Attraverso la promozione e l’incentivazione di cambi di paradigmi societari, da un modello lineare ad uno circolare nonché stimolando l’impiego di beni riutilizzabili (cartellonistica, volantina, strutture, etc.) e la riduzione di tutti gli imballaggi e il contrasto allo spreco alimentare.
È auspicabile che, anche questa volta, la Pubblica Amministrazione possa poi essere volano per tutto il settore privato culturale ed artistico per spronare l’adozione di sistemi di gestione aziendali orientati verso la sostenibilità. E ciò, a prescindere da una obbligatoria previsione normativa.
Difatti, come ricorda il MITE, in virtù del ruolo chiave degli eventi come strumento educativo per il cambiamento culturale: “i CAM puntano a lasciare un’eredità positiva ai fruitori e alle comunità ospitanti e a sensibilizzare sui temi della sostenibilità ambientale e sociale, promuovendo anche la diffusione di buone pratiche di accessibilità, inclusione e contrasto alle discriminazioni”.
Non appena verrà pubblicato il decreto in commento, sarà importante valutare l’approccio attuato dal Ministero. In particolare, quali specifiche tecniche saranno indicate come obbligatorie e quali criteri premianti potranno essere utilizzati dalle stazioni appaltanti. Si tratterà come sempre di comprendere se il tessuto imprenditoriale di riferimento sia già allineato ai futuri criteri ambientali minimi oppure se dovrà essere compiuto uno sforzo.
Di certo, logico appare supporre che non si tratterà solamente di richiedere specifiche tecniche o di premiare il semplice possesso di certificazioni di prodotto o di processo, essendo questa prassi già da tempo attuata dalla Pubblica Amministrazione.
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