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01 Novembre 2024

Sfruttare gli appalti pubblici per la transizione verde – Buone pratiche nei paesi OCSE

Sfruttare gli appalti pubblici per la transizione verde – Buone pratiche nei paesi OCSE

Il 26 giugno 2022 l’OCSE, Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, ha pubblicato il report dell’indagine sugli appalti pubblici verdi, di seguito GPP, Green Public Procurement, al quale hanno preso parte solo 38 dei 57 paesi membri.

Lo scopo dell’indagine è quello di osservare come gli stati utilizzino in modo efficiente gli appalti pubblici, al fine di generare anche dei benefici ambientali, predisponendo un confronto tra i vari paesi.

Dai dati emersi, si può affermare che 35 paesi, al momento dell’indagine, avevano già adottato un piano di Green Public Procurement. Di questi 35 paesi, 29 paesi prevedevano l’utilizzo di strumenti di GPP anche nei loro impegni ambientali nazionali come strumenti per perseguire obiettivi di sostenibilità.

Il grafico che segue rappresenta l’insieme dei paesi che hanno partecipato all’indagine; di seguito è stata riportata una buona pratica per ogni casista rappresentata nel grafico.

ITALIA (Existence of an Active GPP framework)

In Italia, gli Appalti Pubblici Verdi sono stati adottati la prima volta con il Piano d’azione nazionale per gli appalti pubblici verdi (PNA GPP). Tale piano definisce degli obiettivi nazionali, identifica le categorie di beni, servizi e lavori di intervento prioritarie per gli impatti ambientali e i volumi di spesa sulle quali definire i già noti “Criteri Ambientali Minimi” (CAM).

Con il nuovo Codice degli Appalti Pubblici (D.Lgs 36/2023), è stato confermato l’obbligo di inserite i CAM in tutte le gare d’appalto pubbliche, già previsto nel precedente codice.

SVEZIA (GPP framework updated in the last three years)

L’esperienza della Svezia si differenzia da quella italiana. Infatti, l’Agenzia nazionale per gli appalti pubblici (NAPP) propone una guida di buone pratiche di economia circolare al fine di poter calcolare l’impatto ambientale degli appalti pubblici. L’Agenzia si occupa anche di fornire un servizio di autorità per garantire maggior l’efficientamento delle considerazioni ambientali.

È obbligatorio, dal 1° gennaio 2024 integrare anche le considerazioni ambientali all’interno dei processi di appalto, al fine di migliorare la trasparenza, ma non sono evidenti, come in Italia tramite i CAM, obblighi di inserimento dei criteri di sostenibilità negli appalti.

IRLANDA (National policy or strategic GPP framework mentioned in national commitments on climate action)

In Irlanda, con la pubblicazione della Circolare 20/2019 “Promoting the use of Environmental and Social Considerations in Public Procurement” è stata sviluppata un’azione GPP inclusa nel Climate Action Plan 2019.

Nel 2021, il Department of the Environment, Climate and Communications (DECC) e l’Office of Government Procurement (OGP) hanno formato congiuntamente un sottogruppo ambientale con l’obiettivo di garantire la consapevolezza attraverso i policy brief in relazione agli sviluppi nel GPP.

Agli enti pubblici è affidato il compito di controllare che gli enti appaltanti rispettino gli impatti energetici e ambientali, come previsto dai regolamenti sull’efficienza energetica e dei trasporti su strada.

In conclusione, i risultati del sondaggio rivelano che la formazione e la professionalizzazione GPP sono state realizzate con politiche e modalità diversi e i paesi intervistati si affidano a una varietà di strumenti e iniziative di formazione.

Inoltre, i paesi intervistati stanno sviluppando una rete di collaborazioni in cui acquirenti pubblici e stazioni appaltanti possano interloquire e lavorare insieme, al fine di migliorare l’implementazione e l’utilizzo del GPP.

La versione integrale del Report è consultabile al seguente link:

https://www.oecd.org/en/publications/harnessing-public-procurement-for-the-green-transition_e551f448-en.html

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