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22 Settembre 2023
Renewable Energy Directive
Il 12 settembre 2023 il Parlamento Europeo ha approvato la nuova Direttiva Renewable Energy Directive III (RED III) (link) per il settore delle energie rinnovabili.
Tale Direttiva – facendo seguito alla RED II (2018/2001) – si pone in linea con le politiche e gli obiettivi relativi alle fonti di energia rinnovabile, promuovendo l’uso di energia da fonti rinnovabili, l’aumento della quota di energia rinnovabile nel mix energetico complessivo dell’UE, nonché favorendo una transizione verso un sistema energetico più sostenibile.
La direttiva RED III rientra nel pacchetto “Pronti per il 55% – Fit for 55“, che mira a ridurre le emissioni di gas serra del 55% entro il 2030.
Il pacchetto “Pronti per il 55%” è un insieme di proposte volte a rivedere e aggiornare le normative dell’UE e ad attuare nuove iniziative, “al fine di garantire che le politiche dell’UE siano in linea con gli obiettivi climatici concordati dal Consiglio e dal Parlamento europeo”.
Il pacchetto di proposte mira a fornire un quadro coerente ed equilibrato per il raggiungimento degli obiettivi climatici dell’UE, in grado di:
- garantire una transizione giusta e socialmente equa;
- mantenere e rafforzare l’innovazione e la competitività dell’industria dell’UE assicurando nel contempo parità di condizioni rispetto agli operatori economici dei paesi terzi;
- sostenere la posizione leader dell’UE nella lotta globale contro i cambiamenti climatici.
Sempre la direttiva RED III diviene fondamentale per il Green Deal europeo e il piano REPowerEU, che riflette l’urgente necessità di affrontare il cambiamento climatico e promuovere fonti energetiche sostenibili.
Il piano REPowerEU nasceva in risposta alle difficoltà e alle perturbazioni del mercato energetico mondiale causate dall’invasione russa dell’Ucraina.
Lanciato nel maggio 2022, REPowerEU sta aiutando l’UE a:
- risparmiare energia;
- produrre energia pulita;
- diversificare l’approvvigionamento energetico europeo.
In tale contesto, la Direttiva la RED III pone come obiettivi quello di velocizzare l’ottenimento dei permessi per l’installazione di impianti FER nonché di “innalzare fino al 42,5 % l’obiettivo complessivo dell’Unione in materia di energia rinnovabile per poter dare un deciso impulso alla loro diffusione, accelerando in tal modo la fine graduale della dipendenza energetica dell’Unione dai combustibili fossili russi grazie alla maggiore disponibilità di energia sicura, pulita e a prezzi accessibili nell’Unione”.
Aumento notevole rispetto al precedente del 32% indicato nella Direttiva RED II, evidenziando un impegno verso una futura economia a basse emissioni di carbonio anche a favore delle future generazioni.
Circa l’obiettivo di velocizzare le procedure, si intende semplificare le stesse per l’installazione di impianti solari e parchi eolici, nonché per l’ammodernamento di quelli già esistenti, cercando di ridurre i ritardi burocratici e favorire fonti energetiche sostenibili.
Le Autorità nazionali, infatti, non potranno impiegare più di 12 mesi per autorizzare la costruzione di nuovi parchi eolici e fotovoltaici nelle cosiddette “aree di riferimento per le rinnovabili” designate dai singoli Paesi. Nelle altre aree, invece, i tempi per le autorizzazioni non dovranno superare 24 mesi.
L’Unione Europea nel corso del 2022 ha sollecitato gli Stati membri a condurre una dettagliata analisi nell’individuazione delle “aree di riferimento per le rinnovabili”, in linea con i rispettivi piani nazionali per l’energia e l’ambiente e secondo specifici criteri. E ciò entro il 2024.
Questi criteri tendono a dare priorità alle superfici artificiali e costruite, come tetti, parcheggi delle infrastrutture di trasporto, siti di smaltimento dei rifiuti, aree industriali, miniere, corpi idrici artificiali, laghi o bacini idrografici e, se del caso, impianti di trattamento delle acque reflue urbane nonché terre degradate che non sono più utilizzabili per l’agricoltura. Dovranno essere escluse le aree protette come parchi e riserve naturali, le rotte migratorie degli uccelli identificate e altre zone individuate sulla base di mappe di sensibilità e strumenti specifici, come i siti Natura 2000.
Sempre con la Direttiva RED III, i parlamentari hanno anche chiesto agli Stati membri di fissare un obiettivo indicativo per le tecnologie innovative, pari ad almeno il 5% della capacità di energia rinnovabile di nuova installazione, oltre a un quadro vincolante per i progetti energetici transfrontalieri.
Nel settore dei trasporti, secondo il Parlamento UE l’aumento dell’utilizzo delle energie rinnovabili porterà a una riduzione del 14,5% delle emissioni di gas serra entro il 2030, grazie a una quota maggiore di biocarburanti avanzati e a una quota più ambiziosa di carburanti rinnovabili di origine non biologica e l’idrogeno.
Circa la questione della biomassa, i Parlamento ha precisato come la raccolta dovrà avvenire responsabilmente per evitare impatti negativi sulla qualità del suolo e sulla biodiversità.
L’eurodeputato capofila Markus Pieper (PPE, DE) ha dichiarato: “Nella nostra ricerca di una maggiore indipendenza energetica e di una riduzione delle emissioni di CO2, abbiamo aumentato i nostri obiettivi in materia di energie rinnovabili. Questa direttiva è la prova che Bruxelles può essere non burocratica e pragmatica. Abbiamo designato le energie rinnovabili come interesse pubblico prevalente, snellendo il loro processo di approvazione. L’attenzione è rivolta all’energia eolica, fotovoltaica, idroelettrica, geotermica e alle correnti di marea. La biomassa da legno rimarrà classificata come energia rinnovabile. In base al principio del “silenzio positivo“, gli investimenti saranno considerati approvati in assenza di riscontri amministrativi.
La legislazione è stata adottata con 470 voti favorevoli, 120 contrari e 40 astensioni. Ora dovrà essere formalmente approvata dal Consiglio per diventare legge.
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