-
Blog
07 Aprile 2023
Nuovo Codice. Linee Generali
Il nuovo Codice dei contratti pubblici (D. Lgs 36/2023) si pone come obiettivo l’attuazione delle direttive europee del 2014 in materia di appalti e concessioni, superando il d.lgs. 50/2016. L’intento non è quello di rivoluzionare l’intero settore nella sua totalità, ma di semplificare e razionalizzare la disciplina vigente, seguendo le indicazioni del PNRR.
Le ragioni che hanno portato alla redazione del nuovo Codice sembrano essere collegate a norme contenute nell’attuale Codice che si presentano come rigide e dispersive, il che sembra aver causato inefficienze e ritardi, e limitando l’azione dei funzionari pubblici. Il nuovo Codice, invece, ha l’obiettivo di introdurre una disciplina più flessibile, che aumenti la discrezionalità delle Amministrazioni e valorizzi l’agire complessivo della PA, lasciando a quest’ultima la scelta della regola specifica più opportuna per il caso concreto.
La riforma trova fondamento anche dalla necessità di risolvere alcune procedure di infrazione avviate dalla Commissione Europea. La Legge delega 21 giugno 2022 n. 78 ha attribuito al Governo il compito di riscrivere la normativa in materia di contratti pubblici, al fine di ridurre al minimo le regole e concludere le procedure in tempi più rapidi.
Il nuovo Codice dei contratti pubblici mira, inoltre, a prevenire il rischio di fenomeni corruttivi, aumentando la trasparenza della pubblica amministrazione anche attraverso la digitalizzazione dell’intero ciclo di vita dei contratti pubblici. L’obiettivo principale del Codice è di semplificare e accelerare le procedure di aggiudicazione delle commesse pubbliche, mantenendo il principio fondamentale della trasparenza. Sul tema si è tuttavia espressa con preoccupazione l’ANAC, sollevando al contrario criticità proprio in tema di trasparenza e anticorruzione.
Il progetto del Codice è stato redatto con l’ausilio del Consiglio di Stato, il quale ha evidenziato l’importanza di delineare con maggiore cura le procedure di gara al fine di guidare le amministrazioni e gli operatori economici passo dopo passo. Il Codice è strutturato in cinque libri, che delineano la materia dei contratti.
Una novità assoluta è l’introduzione di un intero libro dedicato ai principi generali, che delineano la specificità del settore dei contratti pubblici e i suoi valori. Il principio del risultato è indicato come obiettivo prioritario, mentre il principio della fiducia intende favorire e valorizzare l’iniziativa e l’autonomia decisionale dei funzionari pubblici.
A differenza delle normative pregresse, il nuovo Codice intende entrare in vigore già completo e corredato della disciplina applicativa, senza necessità di ulteriori provvedimenti attuativi successivi da parte del Governo. L’approvazione del Codice unitamente a tutti gli allegati, consente una maggiore efficacia e una procedura semplificata per l’adozione dei regolamenti ministeriali.
È di importante rilievo sottolineare che, tuttavia, anche il nuovo Codice, rimanda a successivi provvedimenti la definizione di alcuni aspetti di dettaglio, peraltro niente affatto marginali. In tale frangente giocano un ruolo essenziale l’AgID, l’ANAC e il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.
AgID (Agenzia per l’Italia Digitale) sarà incaricata di definire le regole tecniche per la digitalizzazione, in particolare i requisiti tecnici delle piattaforme di approvvigionamento digitale, l’ANAC, invece, dovrà illustrare alcuni aspetti specifici, come le tipologie di dati da inserire nel fascicolo virtuale dell’operatore economico e le informazioni da trasmettere alla Banca dati nazionale dei contratti pubblici. Inoltre, ANAC dovrà individuare le modalità di calcolo delle quote dei contratti che devono essere affidati mediante procedura ad evidenza pubblica da parte dei concessionari.
Il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, con il supporto dell’ANAC, disciplinerà infine le procedure di scelta del contraente e l’esecuzione del contratto da svolgersi all’estero attraverso un regolamento adottato ai sensi dell’articolo 17, comma 3, della legge 23 agosto 1988, n. 400.
Il nuovo Codice dei contratti pubblici mira dunque a semplificare e razionalizzare le definizioni, suddividendole in categorie (soggetti, contratti e procedure) e non riproducendo nozioni e istituti di uso corrente, rispetto ai quali non sussistono esigenze di chiarimento. Il nuovo Codice, che recepisce anche le indicazioni giurisprudenziali più recenti, estende il concetto di appalto, con la conseguenza che numerosi rapporti negoziali qualificati come contratti d’opera o di opera intellettuale dovranno considerarsi afferenti agli appalti sotto il profilo delle modalità di affidamento, nella nuova disciplina dei contratti pubblici.
Ti è piaciuto questo articolo?