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20 Settembre 2024
La nuova era degli incentivi aziendali: sostenibilità e innovazione
Negli ultimi anni, l’attenzione verso la sostenibilità ambientale e l’efficienza energetica è cresciuta esponenzialmente, influenzando il settore industriale a livello globale.
Per supportare questa transizione, numerosi Paesi hanno adottato misure che combinano incentivi economici e obblighi normativi, rendendo il cammino verso la sostenibilità un’opportunità strategica per le aziende. In questo contesto, il Piano Transizione 5.0 e altre normative europee emergono come strumenti chiave, offrendo sostegno concreto alle imprese che desiderano innovare e ridurre il loro impatto ambientale.
L’importanza della sostenibilità: un imperativo europeo
L’Unione Europea ha da tempo posto la sostenibilità al centro della sua agenda politica, mirando a raggiungere gli obiettivi di neutralità climatica entro il 2050. In questa ottica, la recente riforma della Direttiva ETS (Emission Trading System) e la nuova Carbon Border Adjustment Mechanism (CBAM) rappresentano passi importanti verso la riduzione delle emissioni di gas serra.
L’introduzione del CBAM, noto come “meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere”, impone una tassazione su determinati beni importati in Europa, come acciaio, alluminio e fertilizzanti, che generano elevate emissioni di carbonio durante la loro produzione. Questo sistema, progressivamente introdotto a partire dal 2026, mira a livellare il campo di gioco per le imprese europee che investono in tecnologie più pulite, rendendo meno competitivo l’acquisto di prodotti ad alta intensità di carbonio provenienti da Paesi terzi.
Uno degli obiettivi principali della riforma ETS e del CBAM è garantire che i settori industriali europei più esposti alla concorrenza internazionale non siano svantaggiati da una regolamentazione climatica più stringente rispetto ai loro concorrenti globali. In questo modo, la Commissione Europea spera di incoraggiare la riduzione delle emissioni a livello globale, stimolando al contempo gli investimenti in tecnologie verdi.
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Tuttavia, queste misure non rappresentano solo un costo per le imprese, ma anche un’opportunità.
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Le aziende che investono nell’efficienza energetica e nella sostenibilità possono beneficiare di agevolazioni fiscali e incentivi economici, come dimostrato dall’introduzione del Piano Transizione 5.0 in Italia.
Il Piano Transizione 5.0: un nuovo modello di crescita sostenibile
Il Piano Transizione 5.0, finalmente operativo dal 2024, rappresenta un’evoluzione del precedente Piano Industria 4.0, focalizzandosi maggiormente sulla sostenibilità ambientale. Questa misura offre alle imprese italiane l’opportunità di modernizzare i propri impianti, migliorare i processi produttivi e ottenere importanti vantaggi fiscali attraverso l’adozione di tecnologie digitali e soluzioni energeticamente efficienti.
Il cuore del Piano 5.0 è proprio la sostenibilità, che diventa il criterio principale per l’accesso agli incentivi. Le imprese che realizzano investimenti volti a ridurre il consumo energetico della struttura produttiva (almeno del 3%) o dei processi produttivi (almeno del 5%) possono ottenere crediti d’imposta proporzionati ai risultati raggiunti.
Maggiore è l’efficienza energetica ottenuta, maggiore sarà il credito d’imposta riconosciuto, rendendo la sostenibilità un vero e proprio vantaggio competitivo.
Tra i progetti ammissibili figurano:
- Beni 4.0, tra cui macchinari e impianti che introducono migliorie significative in termini di consumi energetici;
- Autoproduzione di energia da fonti rinnovabili, ad esclusione delle biomasse, con incentivi specifici per l’adozione di impianti fotovoltaici prodotti all’interno dell’Unione Europea;
- Formazione del personale sulle competenze necessarie per la transizione digitale e sostenibile.
Un caso pratico evidenzia l’efficacia di tali misure: un’azienda che acquista una linea di produzione per 1 milione di euro, con una riduzione del 15% del consumo energetico, può ottenere un credito d’imposta del 45% rispetto al 20% offerto dal Piano 4.0. Se aggiunge un impianto fotovoltaico con celle europee altamente efficienti, l’intensità degli investimenti sale fino al 63%, portando il beneficio totale a oltre 1 milione di euro.
Crediti d’imposta e sostenibilità: le opportunità fiscali
Il Piano Transizione 5.0 non si limita a supportare le imprese in fase di investimento, ma agevola anche le spese legate alla certificazione energetica, incrementando il credito d’imposta fino a 10.000 euro per coprire le spese di certificazione ex-ante ed ex-post, e ulteriori 5.000 euro per le aziende non obbligate alla revisione legale dei conti.
Tuttavia, il processo di accesso ai benefici è complesso e richiede una precisa pianificazione e gestione burocratica.
Le imprese devono presentare una certificazione dei risparmi energetici stimati e pagare un acconto del 20% degli investimenti entro un mese dall’inizio del progetto. Solo le aziende conformi alle norme di sicurezza e previdenziali potranno accedere a queste agevolazioni.
Il percorso burocratico prevede tre fasi:
- Comunicazione di avvio del progetto;
- Comunicazione intermedia per aggiornamenti sullo stato di avanzamento;
- Comunicazione finale, con invio della certificazione energetica e delle prove contabili.
Una volta completati gli investimenti, il GSE (Gestore Servizi Energetici) verificherà la documentazione e, entro 10 giorni, comunicherà l’importo del credito d’imposta disponibile. Successivamente, l’impresa potrà utilizzare il credito in compensazione con il modello F24.
Il Piano Transizione 5.0, insieme alle nuove normative europee come il CBAM e il sistema ETS, rappresenta una grande occasione per le imprese italiane ed europee di innovare e ridurre il proprio impatto ambientale. Investire in tecnologie verdi e sostenibili non è solo una risposta alla crescente pressione normativa, ma una scelta strategica che può portare a significativi vantaggi competitivi e fiscali.
Ora è il momento di agire: le imprese che pianificano attentamente i loro investimenti e si preparano a rispettare i requisiti normativi potranno sfruttare al massimo questa opportunità, contribuendo al contempo a un futuro più sostenibile per tutti.
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