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02 Giugno 2023
Il Common Procurement Vocabulary (CPV) e le ultime raccomandazioni ANAC
Il Presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione ha spiegato il funzionamento del Vocabolario dei Codici CPV e le modalità di utilizzo per una scelta mirata del codice adatto al singolo appalto.
Il Common Procurement Vocabulary (CPV) è un sistema di classificazione delle attività utilizzato a livello europeo per attribuire una nomenclatura univoca a ciascun oggetto dei contratti pubblici. Oltre a facilitare la raccolta di dati statistici, il CPV permette di rendere accessibile la descrizione dell’oggetto di una gara in tutte le lingue dell’Unione Europea, evitando errori di traduzione che potrebbero rendere poco comprensibile e meno trasparente il bando.
L’utilizzo dei Codici CPV è importante per valorizzare la banca dati elettronica (TED), dove gli operatori economici dell’Unione possono cercare bandi e gare pubbliche di loro interesse. Le norme sui CPV sono disciplinate dal regolamento CE n. 2195/2002 del Parlamento Europeo e del Consiglio, modificato dal regolamento CE n. 213/2008 della Commissione. Diverse direttive europee in materia di appalti e concessioni richiamano questa normativa regolamentare.
Un improprio utilizzo dei Codici CPV può comportare conseguenze rilevanti, come la violazione dei principi di trasparenza e pubblicità, la limitazione della partecipazione dei potenziali operatori, l’impedimento di un migliore utilizzo delle risorse pubbliche e l’applicazione di sanzioni nei confronti delle stazioni appaltanti.
Il Presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC) ha emesso lo scorso 9 di maggio, un comunicato (comunicato del presidente n.2/2023) per fornire indicazioni sul corretto utilizzo dei Codici CPV. L’ANAC ha, infatti, riscontrato errori di incongruenza tra la prestazione identificata dal CPV e l’effettivo oggetto del contratto. Pertanto, l’ANAC invita le stazioni appaltanti a individuare con attenzione i codici più appropriati per gli appalti pubblici, tenendo conto della collocazione delle voci nel vocabolario.
Il Vocabolario dei Codici CPV è strutturato in due parti: il vocabolario principale e il vocabolario supplementare. Il vocabolario principale è obbligatorio e identifica i tipi di prestazioni attraverso un numero di nove cifre. Il vocabolario supplementare è opzionale e fornisce attributi che completano la descrizione della prestazione.
La corretta attribuzione dei Codici CPV avviene attraverso la struttura del vocabolario principale. Le divisioni rappresentano le prime due cifre dei codici e identificano beni, servizi o lavori. Le successive cifre indicano ulteriori livelli di classificazione, che dettagliano in modo più specifico le singole prestazioni.
Esistono due modalità per la scelta del codice CPV: la ricerca sulla struttura e la ricerca per parola chiave. La ricerca sulla struttura richiede di esaminare i titoli delle divisioni e selezionare i livelli successivi fino a individuare il codice più adatto. La ricerca per parola chiave estrae tutti i codici che contengono una determinata parola, ma può non fornire informazioni sulla collocazione nel vocabolario.
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L’ANAC raccomanda di ripetere la ricerca utilizzando diverse parole chiave e verificando la coerenza tra l’oggetto del contratto e la prestazione descritta nel codice CPV, nonché la correttezza dei livelli di classificazione.
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In conclusione, l’ANAC raccomanda alle stazioni appaltanti di individuare il CPV del vocabolario principale in modo accurato, considerando la coerenza con l’oggetto del contratto e la struttura gerarchica in cui il codice è inserito. È consigliato utilizzare un livello di classificazione non inferiore alle categorie, con almeno cinque cifre che indichino divisione, gruppo, classe e categoria.
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