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21 Giugno 2024

Corporate Sustainability Due Diligence Directive (CSDDD)

Corporate Sustainability Due Diligence Directive (CSDDD)

La Corporate Sustainability Due Diligence Directive (CSDDD), approvata dal Parlamento Europeo ad aprile 2024 e adottata dal Consiglio UE il 24 maggio 2024, mira a supportare le società nell’adempimento del dovere di diligenza lungo le catene del valore, garantendo parità di condizioni all’interno dell’Unione.

La Direttiva vuole evitare la frammentazione derivante dalle diverse iniziative nazionali e include anche le società di paesi terzi che operano nel mercato dell’UE, basandosi su criteri di fatturato.

La CSDDD promuove il rispetto dei diritti umani e dell’ambiente, delineando requisiti di Due Diligence che le società dovranno implementare per prevenire, mitigare e rimediare agli impatti negativi delle proprie attività operative e delle filiere produttive. 

Estende pertanto gli obblighi di responsabilità e trasparenza a tutta la supply chain, integrando altre misure di sostenibilità come l’Accordo di Parigi, la Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD) e la Sustainable Finance Disclosure Regulation (SFDR).

La Direttiva si applica a partire dall’entrata in vigore alle seguenti tipologie di aziende: 

  • aziende di grandi dimensioni con più di 1.000 dipendenti e un fatturato mondiale netto superiore a 450 milioni di euro; 
  • aziende capogruppo di gruppi di grandi dimensioni che non rientrano nelle soglie previste individualmente, ma controllano un gruppo che raggiunge le soglie finanziarie su base consolidata; 
  • aziende con accordi di franchising/licenza e un fatturato mondiale netto superiore a 80 milioni di euro e royalties superiori a 22,5 milioni di euro;
  • le società extra-UE sono incluse se il fatturato generato nell’Unione soddisfa le condizioni economiche sopra citate. 

La direttiva si applica alle società UE ed extra-UE che soddisfano tali condizioni in due esercizi consecutivi.

Le aziende dovranno garantire il dovere di diligenza in materia di diritti umani e ambientali attraverso l’integrazione della Due Diligence nelle politiche aziendali e nei sistemi di gestione del rischio; l’individuazione e valutazione degli impatti negativi effettivi o potenziali, definendo le priorità di intervento; la prevenzione, mitigazione e cessazione degli impatti negativi; l’implementazione di un piano di transizione per la mitigazione dei cambiamenti climatici; lo stakeholder engagement e meccanismi di segnalazione; il monitoraggio periodico dell’efficacia delle misure adottate; la comunicazione delle attività di Due Diligence con una dichiarazione annuale. 

Gli obblighi saranno applicati progressivamente dal 2027 per le aziende con più di 5.000 dipendenti e un fatturato superiore a 1.500 milioni di euro, dal 2028 per le aziende con più di 3.000 dipendenti e un fatturato superiore a 900 milioni di euro, e dal 2029 per tutte le altre aziende che rientrano nei parametri della direttiva.

Gli Stati Membri disciplineranno il sistema sanzionatorio per le violazioni, includendo sanzioni pecuniarie fino al 5% del fatturato mondiale netto della società e strumenti di denuncia pubblica per le società non conformi.

La Direttiva offre vari vantaggi tra cui per i cittadini: tutela dei diritti umani e dei lavoratori, ambiente più sano, maggiore trasparenza e fiducia nelle imprese, miglior accesso alla giustizia per le vittime. 

Per le imprese: quadro giuridico armonizzato nell’UE, maggiore fiducia da parte di clienti e investitori, migliore gestione del rischio, accesso facilitato ai finanziamenti, maggiore attrattività per nuovi talenti, incentivi all’innovazione legata alle tematiche ESG.

La Direttiva obbliga le aziende dell’UE con più di 1.000 dipendenti e un fatturato di almeno 450 milioni di euro a gestire attentamente gli impatti sociali e ambientali lungo tutta la catena di fornitura, compresi fornitori diretti e indiretti, adottando misure preventive e correttive e riferendo sulle misure implementate.

Uno dei principali vantaggi all’interno dell’UE è che il CSDDD garantirà l’uniformità.

Senza il diritto dell’UE, ci sarebbe stato il rischio che ogni Paese avrebbe adottato leggi simili ma diverse al riguardo, come ad esempio la LkSG – Lieferkettensorgfaltspflichtengesetz in Germania.

Proprio il Ministro tedesco dell’Economia Robert Habeck ha annunciato che il governo valuterà di sospendere per due anni la LkSG con l’obiettivo di alleviare l’onere burocratico sulle aziende tedesche fino all’entrata in vigore della direttiva europea sulla due diligence. 

La Direttiva entrerà in vigore il ventesimo giorno successivo alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale e gli Stati Membri avranno quindi due anni di tempo per implementare i regolamenti e le procedure amministrative per conformarsi alla CSDDD.

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