• Consorzi Stabili e appalti pubblici: Consiglio di stato sez. V, 27.11.2023 n. 10144

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08 Dicembre 2023

Consorzi Stabili e appalti pubblici: Consiglio di stato sez. V, 27.11.2023 n. 10144

Consorzi Stabili e appalti pubblici: Consiglio di stato sez. V, 27.11.2023 n. 10144

Nel panorama delle procedure di gara, l’utilizzo dei requisiti accumulati da parte dei consorzi riveste un ruolo cruciale per la qualificazione. La recente sentenza del Consiglio di Stato, datata 27 novembre 2023, n. 10144, ha posto l’attenzione su aspetti chiave relativi al cumulo alla rinfusa e ai requisiti dei consorziati, fornendo una chiara direzione giurisprudenziale.

La sentenza ha riguardato un ricorso contro l’aggiudicazione di un affidamento di lavori tramite accordo quadro ad un operatore economico, che, secondo il ricorrente, non possedeva l’attestazione SOA necessaria per l’esecuzione dell’appalto. Il Consiglio di Stato ha respinto il ricorso, ribadendo che i consorzi, per partecipare alle procedure di gara, possono avvalersi sia dei requisiti propri che di quelli delle imprese consorziate.

La chiave interpretativa utilizzata dal Consiglio di Stato si basa sull’art. 225, comma 13, D. Lgs. n. 36 del 2023.

Secondo questa disposizione, per la partecipazione alle procedure di gara i consorzi possono utilizzare, ai fini della qualificazione, tanto i requisiti maturati in proprio, tanto quelli delle imprese consorziate. Se il consorzio stabile è in possesso, in proprio, dei requisiti partecipativi richiesti dalla legge di gara, a nulla rileva l’assenza della qualificazione SOA (così come contestato dalla ricorrente) in capo alla consorziata esecutrice dei lavori.

Il Consiglio di Stato si è addentrato poi nella definizione di consorzio stabile, al fine di sussumere il caso concreto con quest’ultima.

La Corte ha sottolineato all’interno della sentenza, la natura giuridica dei consorzi stabili come operatori economici con autonoma personalità giuridica. Questi consorzi, formati in modo collettivo e mutualistico, operano in stretto legame con le imprese associate, godendo dei requisiti di idoneità tecnica e finanziaria di queste ultime senza ricorrere all’avvalimento, seguendo il principio del ‘cumulo alla rinfusa‘  (inteso come possibilità del consorzio stabile di sommare i requisiti posseduti dalle singole consorziate (anche non esecutrici) per la propria qualificazione alle gare). 

La Corte pone grande enfasi sull’esistenza o meno dell’elemento teleologico per attribuire al consorzio la qualifica di consorzio stabile. Deve essere presente un’autonoma struttura di impresa capace di eseguire le prestazioni contrattuali anche in modo indipendente dalle strutture delle imprese consorziate. L’esistenza di un’azienda consortile, intesa come un complesso di beni organizzati per l’esercizio dell’impresa, è essenziale per conferire al consorzio la qualifica di stabile.

La distinzione tra consorzio ordinario e consorzio stabile è stata ulteriormente delineata dal Consiglio di Stato, evidenziando le differenze nella disciplina dei Contratti Pubblici. Mentre il consorzio ordinario opera come un soggetto con identità plurisoggettiva, coordinando le azioni delle imprese senza formare un’impresa collettiva, il consorzio stabile, regolamentato dall’art. 45, comma 2, lett. c) del D. Lgs. n. 50 del 2016, costituisce un’entità dotata di personalità giuridica e autonomia patrimoniale.

In conclusione, la sentenza del Consiglio di Stato del novembre 2023 conferma e stabilizza l’orientamento giurisprudenziale in merito all’utilizzo dei requisiti da parte dei consorzi nelle procedure di gara. Il riconoscimento della personalità giuridica dei consorzi stabili e la loro capacità di cumulare i requisiti, uniti all’elemento teleologico forniscono una base solida per la partecipazione efficace e qualificata di tali consorzi nelle gare pubbliche.

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