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29 Novembre 2024

Approvata dal Consiglio Europeo la quarta revisione del PNRR italiano: principali cambiamenti e impatti

Approvata dal Consiglio Europeo la quarta revisione del PNRR italiano: principali cambiamenti e impatti

Lo scorso 18 novembre, il Consiglio Europeo ha approvato un’ulteriore richiesta di modifica del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) avanzata dal Governo italiano.

Come avevamo già illustrato in quest’articolo del blog in occasione della precedente richiesta di revisione del PNRR, la Commissione Europea è l’Organo incaricato di valutare le richieste di modifica da parte degli Stati Membri. Una volta completata la valutazione, essa esprime un parere a maggioranza semplice quando non è possibile raggiungere un consenso unanime, che resta comunque l’opzione preferibile. Se il parere espresso dalla Commissione è positivo, spetta al Consiglio Europeo emanare l’approvazione finale.

Questa procedura di revisione è già stata applicata almeno una volta da tutti gli Stati Membri.

Tuttavia, l’Italia è al momento l’unico Paese ad aver presentato ben n. 4 richieste di modifica. Cipro, Germania, Grecia, Finlandia e Irlanda hanno inviato n. 3 richieste ciascuno, mentre dieci altri Stati (tra cui Spagna, Portogallo e Polonia) hanno avanzato n. 2 richieste ciascuno.

La motivazione principale alla base delle richieste di modifica si riferiva indubbiamente alla necessità di introdurre il capitolo sul Repower EU, dedicato all’energia, passaggio obbligatorio per tutti gli Stati al fine di accedere ai fondi. Tuttavia, il fatto che numerosi Paesi abbiano presentato più di una richiesta di revisione evidenzia le difficoltà, le sfide pratiche e i vincoli – spesso legate a tempi e obiettivi ambiziosi – che gli stessi stanno affrontando nella realizzazione dei rispettivi Piani.

Analizzando ora più nel dettaglio la recente richiesta di modifica al PNRR italiano, si nota che essa ha riguardato complessivamente n. 45 milestone e target. Di queste modifiche, n. 28 sono state giustificate da circostanze oggettive che avrebbero reso impossibile il raggiungimento degli adempimenti inizialmente previsti; n. 8 sono state rese necessarie a fronte di errori materiali che, secondo le valutazioni della Commissione Europea, non incidono sull’attuazione delle misure in questione; n. 7 sono state giustificate dall’individuazione di soluzioni alternative più efficaci per il conseguimento degli obiettivi stabiliti.

Nella maggior parte dei casi, le modifiche apportate non hanno riguardato una revisione delle tempistiche, ma piuttosto dei contenuti delle Misure, con l’obiettivo di rendere più agevole il raggiungimento degli obiettivi fissati.

Infatti, le scadenze per le quali si prevede una modifica del cronoprogramma sono soltanto n. 8 e non sempre tale modifica ha comportato una proroga dei termini. Al contrario, addirittura in due casi il termine per il conseguimento è di fatto stato anticipato rispetto alle precedenti versioni del PNRR.

In conclusione, preme evidenziare come, a seguito di queste modifiche, il numero complessivo di scadenze da raggiungere da parte del nostro Paese è salito a n. 621, con un incremento di + n.93 rispetto alla versione originaria del Piano, anche a causa dell’inserimento del capitolo sul Repower EU. Considerando che l’Unione Europea ha già autorizzato il pagamento delle prime cinque rate, i traguardi e gli obiettivi ancora da conseguire per ottenere tutti i fondi destinati all’Italia sono attualmente n. 390, pari a circa il 63%.

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