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04 Ottobre 2024
Addio PUN: l’introduzione delle Tariffe Zonali nel mercato elettrico
Il Decreto Legge 181/2023, intitolato “Disposizioni urgenti per la sicurezza energetica del Paese, la promozione del ricorso alle fonti rinnovabili di energia, il sostegno alle imprese a forte consumo di energia e in materia di ricostruzione nei territori colpiti dagli eccezionali eventi alluvionali verificatisi a partire dal 1° maggio 2023” ha recato varie ed articolate misure in materia di energia e di ricostruzione dei territori funestati dalle catastrofi naturali che hanno colpito il paese durante il corso del 2023.
In particolare, la prima parte del Decreto Legge, “Capo 1: misure in materia di energia”, vara misure finalizzate a garantire la sicurezza del sistema energetico italiano, rafforzando le misure di adozione delle fonti rinnovabili e prevedendo semplificazioni delle procedure burocratiche autorizzative.
La conversione in legge, pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 7 febbraio 2024 come Legge di conversione 2 febbraio 2024, n. 11 introduce diverse novità rispetto al testo del Decreto Legge, tra le quali spicca la modifica del sistema di tariffazione del mercato dell’energia elettrica, a partire dal 1° gennaio 2025.
A partire da tale data, infatti, il mercato energetico italiano abbandonerà il sistema del cosiddetto PUN (Prezzo Unico Nazionale), adottato a partire dal 2004 a seguito dell’istituzione della Borsa Elettrica Nazionale gestita dal Gestore Nazionale dei Mercati Energetici (GME), seguente la liberalizzazione del mercato nazionale dell’energia.
Il PUN, utilizzato anche nei contratti della PA per gli aggiornamenti dei prezzi “variabili”, rappresenta la media ponderata nazionale dei prezzi zonali di vendita dell’energia elettrica per ogni ora e per ogni giorno. Il dato nazionale tiene conto delle quantità e dei prezzi formati nelle diverse zone d’Italia e nelle diverse ore della giornata, ma a prescindere dalla fonte di produzione (rinnovabile o fossile).
Questo sistema sarà progressivamente eliminato e sostituito da un modello di Tariffe Zonali, definite in base agli andamenti del mercato all’ingrosso dell’energia elettrica, ma determinate in relazione alle dinamiche specifiche di produzione, distribuzione e consumo di energia nelle diverse aree del paese.
L’obiettivo cardine della riforma è quello di rendere il prezzo dell’energia più rappresentativo delle condizioni dei mercati locali di produzione e consumo, spostando il focus su una maggiore efficienza e trasparenza degli stessi.
Quindi, dal 1° gennaio 2025, i prezzi dell’energia elettrica per i clienti finali (incluse le pubbliche amministrazioni) saranno basati sui prezzi zonali orari, calcolati in base agli andamenti del mercato all’ingrosso e riflettenti il momento di immissione dell’energia elettrica prodotta nel mercato di riferimento: il livello di dettaglio del prezzo riguarderà sia l’area geografica di appartenenza, sia il momento della giornata nel quale viene effettuata l’erogazione.
Il cambiamento non sarà immediato ma preceduto da un periodo, corrispondente all’anno solare 2025, durante il quale il passaggio tra i due regimi di prezzo sarà regolamentato tramite un meccanismo transitorio di perequazione, volto a compensare le differenze tra prezzo zonale ed il prezzo di riferimento calcolato dal GME, corrispondente concettuale del vecchio PUN.
L’ARERA (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente) ha presentato due opzioni per la possibile regolamentazione del meccanismo di perequazione. La prima prevede una componente perequativa applicata agli acquisti sul mercato effettuati durante il giorno precedente, mentre la seconda prevedrebbe l’applicazione della componente sull’energia prelevata.
Sembrerebbe che, con la perequazione in atto, ma probabilmente anche nel periodo successivo, non dovrebbe, almeno figurativamente, esserci uno stravolgimento delle condizioni per quanto riguarda l’interfaccia col cliente, che non dovrebbe subire un cambiamento repentino dal punto di vista sostanziale, nonostante la teorica rivoluzione nel cambiamento dei meccanismi di calcolo dei prezzi.
In linea generale, i benefici diffusi dovrebbero riguardare la trasparenza del mercato e dunque una maggiore equità nella distribuzione dei prezzi nelle varie zone del paese, che potrebbero però scontrarsi con una maggiore volatilità dei prezzi, che, non più legati alla stabilità del mercato nazionale, sarebbero sensibili ad eventi improvvisi a livello locale, a meno di previsione di meccanismi di mitigazione.
A livello di confronto tra aree geografiche, il cambiamento dei meccanismi di prezzo dovrebbe favorire una riduzione dei prezzi in quelle regioni – principalmente nel nord Italia – nelle quali la produzione e scelta di fonti di approvvigionamento si sta velocemente spostando verso l’energia rinnovabile, mentre nelle regioni strutturalmente più inefficienti e sede di centrali più costose si prevede un possibile aumento dei prezzi causati dalle inefficienze infrastrutturali, aumentando così il divario con le regioni più virtuose, ma lasciando aperta la possibilità ad uno sviluppo infrastrutturale più bilanciato e mirato alla risoluzione concreta delle inefficienze.
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