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22 Settembre 2023
Una Zona Economica Speciale (ZES) unica per il Mezzogiorno: quali sono i vantaggi e cosa cambia
In linea con gli obiettivi del PNRR, una delle questioni più delicate per il Paese permane quella relativa al rilancio del tessuto economico e produttivo del Mezzogiorno.
Il CDM dello scorso 7 settembre 2023 ha approvato il c.d. D.L. “Decreto Sud”, rubricato “Disposizioni urgenti in materia di politiche di coesione e per il rilancio dell’economia nelle aree del Mezzogiorno del Paese”, che prevede, tra le altre novità, l’istituzione dal 1° gennaio 2024 di una “Zona Economica Speciale (ZES) per il Mezzogiorno” unica, di durata decennale, che comprenderà interamente i territori delle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia e Sardegna e che andrà a sostituire le otto ZES attualmente presenti nel Sud.
Il succitato D.L. è un provvedimento contenente diverse disposizioni urgenti in materia di politiche di coesione per il rilancio dell’economia delle aree del Mezzogiorno, con l’obiettivo di creare incentivi per la crescita e il consolidamento economico del Sud e renderle idonee allo sviluppo e alla crescita del sistema produttivo.
Tra queste disposizioni, appunto, l’istituzione di una ZES unificata per il Mezzogiorno.
Per Zone Economiche Speciali (ZES) – istituto disciplinato per la prima volta attraverso il D.L. 20 giugno 2017 n. 91, convertito con modificazioni dalla Legge 3 agosto 2017 n. 123, link -, si intendono zone delimitate del territorio nazionale in cui l’esercizio di attività economiche e imprenditoriali da parte delle aziende già operative e di quelle che si insedieranno in futuro può beneficiare di agevolazioni fiscali e semplificazioni amministrative in relazione agli investimenti e alle attività di sviluppo di impresa.
Come si può facilmente intuire, le ZES sono nate con l’obiettivo di promuovere lo sviluppo economico, attrarre investimenti e creare nuovi posti di lavoro in territori particolarmente svantaggiati o che necessitano di uno stimolo economico. Tuttavia, il nuovo DL nasce dalla presa d’atto che la precedente organizzazione delle ZES, che fino ad oggi sono localizzate nelle aree retroportuali del Sud, non ha consentito di raggiungere appieno gli obiettivi posti alla base dell’introduzione nella normativa di tale strumento.
La ZES unica nasce anche dalla necessità di evitare “asimmetrie competitive” tra le aziende già inserite nelle otto ZES precedentemente istituite e le aziende esterne a questi perimetri catastali definiti, che non avrebbero potuto giovare delle semplificazioni e delle accelerazioni autorizzative, con l’evidente rischio che potessero poi sollevarsi quesiti di legittimità costituzionale.
Come anticipato, le aziende già operative e quelle che si insedieranno nella nuova ZES unica beneficeranno di diversi vantaggi (le c.d. speciali condizioni), come ad esempio la previsione di un’unica autorizzazione semplificata per l’avvio delle attività produttive, incentivi all’occupazione e, soprattutto, il riconoscimento fino al 2026 di un credito di imposta per l’acquisto di beni strumentali, secondo le normative regionali. Le percentuali di credito variano a seconda della dimensione aziendale: 45% per le micro e piccole imprese, 35% per le medie imprese e 25% per le grandi imprese. Per poter beneficiare del credito, le aziende dovranno restare sul territorio per almeno n. 7 anni dopo il completamento dell’investimento oggetto delle agevolazioni.
Il DL prevede anche l’istituzione di una Struttura di Missione a cui, attraverso uno Sportello Unico Digitale – ZES, verrebbero indirizzate le domande delle aziende desiderose ad insediarsi nell’area.
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