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11 Luglio 2025

Retribuzioni e trasparenza: cosa cambia per le aziende con la nuova Direttiva UE

Retribuzioni e trasparenza: cosa cambia per le aziende con la nuova Direttiva UE

Entro il 7 giugno 2026, tutti gli Stati membri dell’Unione Europea saranno tenuti a recepire e attuare le disposizioni contenute nella Direttiva (UE) 2023/970 del 10 maggio 2023, che introduce importanti novità in materia di parità salariale tra donne e uomini.

La nuova normativa punta a dare piena attuazione all’articolo 157 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea (TFUE), che già sancisce il principio della parità retributiva, attraverso uno strumento concreto: la trasparenza salariale.

La Direttiva sarà applicabile sia al settore pubblico che a quello privato, senza limiti legati alle dimensioni aziendali, sebbene siano previste specifiche obbligazioni di rendicontazione per le imprese con più di 100 dipendenti.

Le grandi aziende dovranno infatti presentare un rapporto annuale che descriva lo stato delle retribuzioni, suddivise per genere, a un organismo nazionale preposto al monitoraggio. L’obiettivo sarà quello di individuare e correggere eventuali disparità di genere nei salari.

La trasparenza dovrà essere garantita fin dalle prime fasi di selezione del personale. I candidati, infatti, dovranno essere messi nella condizione di conoscere le condizioni retributive offerte già in fase di colloquio, prima dell’eventuale assunzione.

La Direttiva introduce anche nuovi diritti per i lavoratori, i quali potranno richiedere informazioni dettagliate:

  • sul proprio livello retributivo;
  • sulla retribuzione media dei colleghi che svolgono la stessa mansione o un lavoro di pari valore.

Un elemento centrale della direttiva è la soglia di tolleranza del 5%: infatti, se il divario retributivo tra uomini e donne supera questa soglia per una determinata categoria, il datore di lavoro sarà tenuto a motivare tale differenza con criteri oggettivi e non discriminatori.

In assenza di giustificazioni valide, le organizzazioni sindacali potranno intervenire per valutare, insieme all’azienda, misure correttive che riportino il divario entro il limite previsto.

Le aziende hanno quindi ancora tempo per prepararsi a un cambiamento epocale, che punta a rendere il mercato del lavoro più giusto, inclusivo e trasparente.

Con questa Direttiva, l’Unione Europea compie un passo concreto verso una maggiore equità nel mondo del lavoro, rendendo la trasparenza retributiva non solo un principio etico, ma anche un obbligo normativo.

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