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09 Giugno 2023

REPowerEU: in attesa della richiesta ufficiale all’UE, emergono i progetti italiani che potrebbero confluire nel nuovo capitolo energetico

REPowerEU: in attesa della richiesta ufficiale all’UE, emergono i progetti italiani che potrebbero confluire nel nuovo capitolo energetico

Il Piano REPowerEU (link) è stato lanciato dalla Commissione Europea lo scorso maggio 2022 – a due mesi dallo scoppio della guerra in Ucraina – con l’obiettivo di ridurre la dipendenza energetica dell’UE dalla Russia, diminuire i consumi energetici e aumentare il ricorso ad energie rinnovabili. Il Piano ha mobilitato quasi 300 miliardi di euro – di cui circa 72 miliardi in forma di sovvenzione e i rimanenti 225 miliardi in forma di prestiti -, provenienti da altri fondi europei, destinati ad esempio all’agricoltura o alle politiche di coesione, o dalle risorse non ancora utilizzate del Recovery and Resilence Facility (RRF), il fondo che finanzia il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) italiano e quello di altri paesi UE. 

Dopo le varie trattative che la Commissione ha tenuto con il Parlamento e il Consiglio dell’UE, il Regolamento del REPowerEU è entrato ufficialmente in vigore lo scorso febbraio 2023. 

Da allora, l’UE sta attendendo dagli Stati Membri le richieste per integrare i PNRR nazionali con le risorse del REPowerEU. Al momento, solo cinque paesi UE – Estonia, Francia, Slovacchia, Malta e Portogallo – hanno inviato la richiesta di integrare i loro PNRR e solo una di queste – quella dell’Estonia, il primo paese ad aver presentato richiesta, il 9 marzo – è stata accettata

L’Italia non ha ancora presentato comunicazione ufficiale di richiesta delle risorse, tuttavia i negoziati sul capitolo dedicato ai progetti energetici sono iniziati. 

Da febbraio, infatti, il governo aveva avviato una cabina di regia sul PNRR domandando alle principali aziende partecipate operanti a vario titolo nel settore energetico (ENI, ENEL, SNAM e Terna) di presentare progetti collegati al REPowerEU. Le società hanno quindi presentato una serie di progetti e piani di azione che, in alcuni casi, sono stati rivisti e modificati fino a che la scorsa settimana è stata raggiunta una sintesi. 

In base a ciò che si può ricostruire, ENEL avrebbe proposto quattro linee d’azione, la maggior parte delle quali legata alla diffusione delle energie alternative. In particolare, la prima prevederebbe lo sviluppo della filiera del fotovoltaico, che sfrutta il sole per la produzione di energia, con la possibilità di ampliare la Gigafactory già attiva a Catania (soprannominata, con un gioco di parole che richiama la Silicon Valley, “Etna Valley”). Il secondo progetto riguarda il potenziamento dei sistemi di accumulo di energia, in gergo definiti come storage. Dal momento che le rinnovabili sono energie “discontinue” (facendo il caso dell’energia solare, la generazione di energia dipende dalla presenza o meno in un dato momento del sole), diviene fondamentale riuscire ad accumulare energia per renderla disponibile 24 ore su 24. Il terzo progetto concerne l’ulteriore sviluppo e la digitalizzazione delle reti di distruzione mentre il quarto il potenziamento dell’infrastruttura di ricarica per veicoli elettrici, quindi delle colonnine.

Sarebbero invece tre i progetti presentati da Terna, società che si occupa di trasmissione dell’energia elettrica in alta tensione. Il primo riguarda lo sviluppo orientale del Tyrrhenian Link, il doppio cavo sottomarino per la trasmissione dell’energia, che si propone di collegare la Sicilia con la Sardegna e con il resto di Italia. Il secondo progetto prevede invece il rinnovo ed il potenziamento del SaCoI3, lo storico elettrodotto tra Sardegna, Corsica e Italia. Infine, c’è l’idea di raddoppiare l’interconnessione tra Italia e Montenegro.

SNAM, società che costruisce e gestisce reti e impianti per l’energia, ha presentato anch’essa quattro progetti. Il primo mira al rafforzamento della Linea Adriatica, un’infrastruttura strategica che consentirebbe di trasportare più gas dal sud – principalmente dall’Africa – al nord Europa e, un domani, di muovere i flussi di idrogeno verde. Obiettivo di fondo, in coerenza rispetto a quanto previsto con il REPowerEU, è di tagliare la dipendenza dalla Russia. A questo stesso intento mirano altri due progetti di SNAM. Il primo punta ad aumentare le esportazioni di gas verso l’Austria e, in generale, verso il nord Europa, il secondo ad aggiungere un altro rigassificatore dopo Piombino e Ravenna, ossia una nave capace di trasformare il metano importato da liquido a gassoso. Il quarto e ultimo progetto prevede il rafforzamento della società comune con ENI dedicata alle procedure di cattura e stoccaggio dell’anidride carbonica. 

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