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07 Ottobre 2022

Presentato il Rapporto sull’operato del MIMS sulle infrastrutture idriche

3,9 miliardi di euro complessivi riportano l’acqua in primo piano nell’azione di Governo

Presentato il Rapporto sull’operato del MIMS sulle infrastrutture idriche

Nonostante la crisi energetica e il caro prezzi, il ministero è stato in grado di raggiungere tutti gli obiettivi previsti per il 2022. Entro fine anno si prevede l’indizione di ulteriori 55 gare, che si aggiungono alle 63 già avviate.

Lo scorso lunedì 3 ottobre il Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili Enrico Giovannini ha presentato, attraverso il Rapporto “Gli investimenti e le riforme PNRR per le infrastrutture idriche”, il lavoro svolto dal suo Ministero sul tema. Il Rapporto, in particolare contiene la descrizione e i risultati delle diverse azioni e provvedimenti presi per potenziare e migliorare l’efficienza del sistema idrico nazionale e far fronte alla dilagante emergenza climatica.

Ammontano a 3,9 miliardi di euro gli investimenti nelle infrastrutture idriche definiti negli ultimi diciannove mesi dal Ministero. Di questi, 2,9 miliardi pertengono al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Di questi. il 60% dei fondi complessivamente ripartiti (circa 2,3 miliardi) è stato destinato alle Regioni del Mezzogiorno. Questo aspetto è importante in virtù del fatto che, tra gli obiettivi promossi dal Ministero, c’è la riduzione del c.d. Water Service Divide, ovvero la differenza nella qualità dei servizi idrici erogati tra le regioni del Sud e il resto del Paese.

L’incontro di lunedì è stato anche l’occasione per fare il punto sullo stato di attuazione del PNRR e del Piano Nazionale Complementare (PNC). In estrema sintesi, al 30 settembre il MIMS aveva conseguito tutte le milestones PNRR di propria competenza, sia per quanto riguarda il 2021 che per i primi due semestri 2022. Inoltre, il Ministero è già stato in grado di raggiungere – in anticipo rispetto alla scadenza di fine anno – tre ulteriori obiettivi (due Riforme e un Investimento) e sono già stati predisposti gli atti per portare a termine gli ultimi due traguardi rimasti, relativi alle concessioni portuali e gli investimenti ferroviari, previsti per il quarto trimestre. Per quanto riguarda il PNC, nel 2021 sono stati raggiunti tutti i 32 obiettivi previsti, mentre al 30 settembre sono stati conseguiti 25 target sui 31 (l’81%) originariamente fissati. La causa dei ritardi è stata, come si può immaginare, l’aumento dei prezzi delle materie prime. Un intervento normativo ha infatti prorogato di tre mesi le scadenze iniziali, che – in ogni caso – dovrebbero essere soddisfatte entro l’anno.

Come previsto dal cronoprogramma, il 2022 è stato prevalentemente un anno di progettazione e avvio delle procedure di gara delle diverse infrastrutture. Finora sono state avviate ben 63 procedure di gara tra PNRR e Piano Nazionale Complementare (PNC) per un valore complessivo di 8,6 miliardi di euro. Entro fine anno è prevista la partenza di altre 55 procedure, per un valore di complessivo di altri 1,6 miliardi.

In particolare, gli interventi previsti riguarderanno soprattutto progetti per infrastrutture idriche primarie: il potenziamento delle infrastrutture (991 milioni), l’adeguamento delle infrastrutture esistenti (779 milioni), l’adeguamento sismico e la messa in sicurezza delle infrastrutture (121 milioni) e la realizzazione e il potenziamento del volume degli invasi (108 milioni). Cospicue risorse sono anche previste per i progetti relativi all’utilizzo della risorsa idrica potabile, con 1.282 km di infrastruttura di cui 975 km per nuove condotte. Ulteriori 900 milioni sono destinati a progetti per il potenziamento della rete di distribuzione idrica, con l’obiettivo di ridurre le perdite e aumentarne l’efficienza.

In generale, quindi, quello che si può osservare leggendo il Rapporto è che le Riforme e i numerosi ed ingenti investimenti sul settore idrico hanno consentito di riportare il tema dell’acqua e della sua gestione al centro dell’azione governativa. La scelta di destinare quasi quattro miliardi a interventi sulle infrastrutture idriche è stata inoltre rafforzata dalla scelta di ripensare completamente alla governance del settore, ritenuta spesso responsabile dei mancati interventi di manutenzione cosa che – nel tempo – ha portato alle attuali criticità, in modo tale da assicurare la realizzazione di nuovi invasi, la manutenzione straordinaria delle reti esistenti, la messa in sicurezza degli impianti e una gestione efficiente dell’intero sistema.

Come spesso accade, tuttavia, in questi mesi non sono mancate le critiche. Per quanto infatti tali misure rappresentino indubbiamente un passo avanti importante, non è detto che siano sufficienti per arginare tutti i problemi. Le richieste di finanziamento fin qui pervenute, infatti, sono di molto superiori rispetto alle risorse messe a disposizione. Bisogna quindi sottolineare il fatto che è stata data priorità a quei progetti che si trovano già in uno stadio avanzato di progettazione, in modo da consentirne la realizzazione entro il 2026. Criterio – seppur necessario – che rischia di escludere progetti altrettanto fondamentali. Un altro aspetto critico non trascurabile riguarda il fatto che, se il cambiamento climatico e l’innalzamento delle temperature proseguiranno con questi ritmi, è probabile che i progetti finanziati oggi siano già obsoleti nel giro di pochi anni.

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