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03 Maggio 2024

Nuovo Rapporto CSC: stime del PIL in rialzo; crescita italiana sorprendentemente positiva

Nuovo Rapporto CSC: stime del PIL in rialzo; crescita italiana sorprendentemente positiva

Il recente Rapporto “Tassi, PNRR, superbonus, energia: che succederà alla crescita italiana” (link) – elaborato dal CSC (Centro Studi Confindustria) – ha svelato un panorama economico particolarmente positivo per il nostro Paese.

Infatti, secondo le proiezioni, il PIL italiano registrerà un significativo aumento, segnando un incremento dello 0.9% nel corso del 2024 e un ulteriore aumento dell’1,1% nel 2025.  

Questi dati rappresentano un’inversione di tendenza rispetto alle previsioni precedenti (infatti, la succitata stima per il 2024 ha visto una crescita di quattro punti percentuali rispetto allo scenario previsto nell’ottobre scorso).

L’aumento del PIL è un indicatore chiave per misurare la salute economica di un paese e il suo incremento evidenzia la robustezza dell’economia italiana, nonostante le sfide globali. Inoltre, tale crescita offre significative opportunità per le imprese italiane di espandere le proprie attività, creare nuovi posti di lavoro e contribuire alla prosperità generale del Paese. 

Secondo il Rapporto, la crescita è attribuibile principalmente a tre fattori chiave. 

Il primo è il taglio dei tassi di interesse da parte della BCE: infatti, recenti Comunicati Ufficiali indicano chiaramente un cambio di direzione da parte della Banca Centrale, che non contempla più ulteriori rialzi e prevede invece l’inizio di una fase di tagli. Secondo lo scenario previsto, il primo taglio potrebbe avvenire a giugno, seguito da altri tre entro la fine dell’anno, ciascuno ipotizzato intorno al quarto di punto percentuale, portando il tasso a circa 3.50%, un punto in meno rispetto ai livelli attuali. 

Il secondo motore di crescita è rappresentato dall’attuazione del PNRR, che ora sta entrando nella sua fase operativa.

Infatti, nel biennio 2024-2025, il PNRR prevede l’allocazione di risorse significative per investimenti e riforme, pari rispettivamente a 42 e 58 miliardi di euro, corrispondenti a oltre il 2% del PIL annuale, per un totale di 100 miliardi nel biennio. 

Permangono comunque alcuni fattori che potrebbero frenare la crescita economica, da monitorare, nonostante l’effetto netto atteso sia comunque positivo. Ciò chiaramente significa che potenzialmente ci sarebbe spazio nel biennio 2024-2025 per una crescita economica addirittura maggiore di quella ad oggi prevedibile.  

Il primo ostacolo da affrontare riguarda il costo dell’elettricità, che rimane più elevato in Italia rispetto agli altri principali paesi europei e anche rispetto ad altri players internazionali, quali USA e Giappone.

Questa disparità crea uno svantaggio competitivo per le imprese italiane.

Un’eventuale riforma del mercato elettrico e un maggior utilizzo di risorse rinnovabili – che oggi hanno un costo inferiore rispetto alle fonti fossili – potrebbero contribuire ad attenuare i costi dell’energia in Italia. 

Allo stesso modo, il graduale “phase-out” del Superbonus e degli altri incentivi per l’edilizia, già in scadenza alla fine del 2023, impatteranno negativamente il settore delle costruzioni.

Infine, il terzo ed ultimo ostacolo riguarda invece le strozzature nel trasporto mondiale e il loro impatto negativo sull’industria italiana.

Infatti, il tema della sicurezza dei trasporti è una questione che riguarda il Mar Rosso – cruciale nodo di scambio di merci tra Europa e Asia -, ma anche altre rotte internazionali. L’impatto degli aumenti dei costi del trasporto marittimo è stimato complessivamente moderato, ma risulta significativo in settori specifici come la chimica, la metallurgia e la carta.  

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