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16 Dicembre 2022
Lotta alla corruzione: valutazione in gara dei fornitori e il nuovo piano ANAC
Come è già ben noto, la politica anticorruzione è uno dei temi centrali non solo in materia di appalti pubblici, ma viene riconosciuta anche quale elemento caratterizzante dei cosiddetti piani e bilanci di sostenibilità a livello aziendale, già praticati anche nel settore privato.
Negli appalti pubblici le pubbliche amministrazioni possono confrontare, con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, gli operatori economici, sulla base delle proprie politiche in materia di anticorruzione.
Si segnalano due strumenti che possono essere utilizzati con il criterio di valutazione cosiddetto “tabellare”.
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Rating di legalità
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Il primo strumento è quello del possesso del Rating di legalità, attestazione rilasciata dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) agli operatori economici che cumulativamente possiedono i seguenti requisiti:
- sede operativa in Italia;
- fatturato minimo di due milioni di euro nell’esercizio chiuso nell’anno precedente a quello della domanda;
- iscrizione nel registro delle imprese da almeno due anni alla data della domanda;
- rispetto degli altri requisiti sostanziali richiesti dal Regolamento.
Tuttavia, il rating di legalità si presta a limiti in quanto preclude l’ottenimento di tale certificato a imprese estere , start-up neo costituite e/o PMI. Per tale motivo se ne consiglia l’utilizzo solo in mercati caratterizzati da imprese di medio-grandi dimensioni e con prevalente ambito nazionale.
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certificazione UNI EN ISO 37001
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Il secondo strumento con cui confrontare gli operatori economici è invece il possesso della certificazione UNI EN ISO 37001.
Tale attestazione è infatti ottenibile dalle imprese di qualunque tipologia e dimensione e attesta le buone pratiche aziendali volte alla diffusione di una cultura aziendale fondata sull’etica e sulle buone pratiche in materia di lotta alla corruzione, includendo prassi e procedure che contrastano il fenomeno corruttivo.
La corruzione tuttavia, oltre ad essere valutata a livello privato, deve essere contrastata anche a livello pubblico. Il codice degli appalti prevede in tal senso soluzioni e accorgimenti volti alla prevenzione della corruzione, quali ad esempio, la segregazione dei ruoli nelle varie fasi del processo di progettazione dell’appalto, valutazione ed esecuzione dello stesso, nell’individuazione dei commissari, negli obblighi di pubblicità e trasparenza.
In tema di corruzione, lo scorso 16 novembre 2022 l’autorità Nazionale ha pubblicato il piano nazionale anticorruzione 2022 (PNA2022).
Il Piano, secondo l’ANAC “E’ finalizzato a rafforzare l’integrità pubblica e la programmazione di efficaci presidi di prevenzione della corruzione nelle pubbliche amministrazioni, puntando nello stesso tempo a semplificare e velocizzare le procedure amministrative.”
Tra le varie parti di cui si compone il nuovo piano si segnala il tema della “mappatura dei processi”, dove sono stati enfatizzati dall’ANAC stessa i temi della gestione delle risorse PNRR e dei fondi strutturali e collegati agli obiettivi di performance.
Nel piano sono poi interessanti le indicazioni fornite per la realizzazione di un buon monitoraggio sulla programmazione, strumento necessario per assicurare una valida ed effettiva strategia di anticorruzione a livello di singola pubblica amministrazione.
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