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27 Maggio 2022

L’iter della riforma al codice dei contratti pubblici

L’iter della riforma al codice dei contratti pubblici

Il 23 maggio la Camera ha proceduto all’esame e all’approvazione in aula del disegno di legge delega in materia di contratti pubblici (A.C. 3514) e della relativa riforma al codice del 2016.

Ora si attende l’esame del testo da parte del Senato a cui seguirà la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.

Alcuni dei più importanti principi su cui verrà edificato il nuovo codice sono:

  • valorizzazione dei Criteri ambientali minimi (CAM), con l’approvazione di nuovi decreti attuativi,
  • divieto di prestazioni professionali gratuite (tranne che in casi eccezionali)
  • riduzione dei livelli di progettazione
  • sistema di revisione dei prezzi
  • riduzione e qualificazione delle stazioni appaltanti

 

In base agli impegni presi dal Governo italiano –  attraverso il PNRR – i successivi passi saranno i seguenti:

entro il 30 giugno 2022 approvazione della legge delega da parte del Senato

entro il 31 marzo 2023 entrata in vigore tutti i decreti legislativi attuativi, tra cui il nuovo Codice Appalti, in sostituzione dell’ attuale

entro il 30 giugno 2023 entrata in vigore delle altre norme privatistiche (primarie, subprimarie) per la revisione del sistema degli appalti pubblici

entro il 31 dicembre 2023 dovrà essere raggiunto il pieno funzionamento del sistema nazionale di e-procurement

Saranno riviste le procedure di gara, con l’aiuto della stesura di normativa più semplice ed agile, anche al fine di garantire la realizzazione delle opere previste nel PNRR, cercando di diminuire o di evitare contenziosi.

La riforma normativa dovrà garantire i processi evolutivi e di sviluppo in ambito di trasformazione digitale, transizione ecologica nonché nel superamento delle disparità geografiche, di genere e generazionali.

Allo stesso tempo la riforma non potrà contenere obblighi aggiuntivi rispetto a quelli previsti dalla normativa comunitaria.

Tra i principi chiave della legge delega troviamo:

  • perseguimento di obiettivi nel rispetto della concorrenza, del confronto competitivo fra gli operatori dei mercati dei lavori, dei servizi e delle forniture, tenendo conto delle specificità dei contratti nel settore dei beni culturali, anche con riferimento alla fase esecutiva, nonché assicurare la riduzione e la razionalizzazione delle norme in materia di contratti pubblici, con ridefinizione del regime della disciplina secondaria, ove necessario
  • intervenire con una ridefinizione della disciplina in materia di qualificazione delle stazioni appaltanti (afferenti ai settori ordinari e ai settori speciali) al fine di conseguire una loro riduzione numerica anche attraverso procedure di accorpamento e di riorganizzazione delle stesse mediante centrali di acquisto
  • favorire le micro e piccole imprese, con la possibilità di procedere alla suddivisione degli appalti in lotti sulla base di criteri qualitativi o quantitativi, in coerenza con i principi dello Small Business Act, anche al fine di valorizzare le imprese di prossimità
  • semplificazioni della disciplina relativamente alle gare che abbiano un importo inferiore alle soglie comunitarie
  • semplificazione delle procedure finalizzate alla realizzazione di investimenti in innovazione e ricerca nonché in tecnologie verdi e digitali anche al fine di conseguire gli obiettivi di sostenibilità adottati dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 25 settembre 2015, di incrementare il grado di ecosostenibilità degli investimenti pubblici e delle attività economiche secondo i criteri di cui al Regolamento (UE) 2020/852 del Parlamento europeo e del Consiglio del 18 giugno 2020; previsione di misure volte a garantire il rispetto dei criteri di responsabilità energetica e ambientale attraverso la definizione di nuovi criteri ambientali minimi (CAM)
  • semplificazione delle procedure relative alla fase di approvazione dei progetti in materia di opere pubbliche anche attraverso la ridefinizione o l’eventuale riduzione dei livelli di progettazione, lo snellimento delle procedure di verifica e validazione dei progetti e la razionalizzazione dell’attività e della composizione del Consiglio Superiore dei lavori pubblici
  • revisione e semplificazione del sistema di qualificazione generale degli operatori, valorizzando criteri di verifica formale e sostanziale delle capacità realizzative, delle competenze tecniche e professionali, delle attività effettivamente eseguite e del rispetto della legalità, delle disposizioni relative alla prevenzione antimafia, alla tutela del lavoro e alla prevenzione e contrasto della discriminazione di genere di banche dati a livello centrale che riducano le incertezze in sede di qualificazione degli operatori nelle singole procedure di gare e considerando la specificità del settore dei beni culturali
  • in tema occupazionale, il rafforzamento delle cosiddette clausole sociali, nel senso che i bandi di gara, gli avvisi e gli inviti relativi a tutti gli appalti di servizi ad alta intensità di manodopera dovranno contenere specifiche inerenti previsioni

Tanto sopra elencato, è chiaro come il legislatore si stia muovendo, per una seconda volta, in adesione ai principi europei di libera concorrenza, semplificazione dei processi nonché di tutela di una serie di categorie di soggetti e di interessi in gioco.

Nonostante ciò, è chiaro che il processo di trasformazione del codice appalti sia appena iniziato e che per i prossimi dodici mesi – sino a giugno 2023 – la normativa in vigore rimarrà quella del D.Lgs. 50/2016.

A prescindere da tale circostanza ed alla luce del PNRR e delle semplificazioni o delle modifiche al codice appalti, adottate con i decreti 76/2020 e 77/2021, rimane confermata la posizione nazionale di dover avvicinarsi ed aderire ai principi europei in materia di contratti pubblici. Principi che avrebbero dovuto, infatti, ispirare il legislatore già nella riforma del codice del 2016.

Curiosa, infine, è la scelta di non aver inserito nel disegno di legge richiami o principi in merito all’uso di strumenti elettronici di modellazione elettronica ed informativa per l’edilizia e le infrastrutture attraverso il Building Information Modeling (BIM).

 

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