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01 Luglio 2022
L’Italia centra tutti gli obiettivi europei previsti per il 30 giugno
Assicurato il pagamento della seconda rata del Recovery Plan da 21 miliardi
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Soddisfatti tutti i 45 obiettivi previsti dal PNRR per il primo semestre del 2022.
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Questa nuova tranche ha riguardato diverse riforme, che spaziano dalla pubblica amministrazione, alla sanità, all’istruzione e alla sostenibilità.
Come ha spiegato il Ministero dell’Economia in una nota il 29 giugno, l’Italia è stata in grado di soddisfare nei tempi previsti tutti i 45 obiettivi previsti dal Recovery Plan italiano per il primo semestre 2022.
A fronte dell’ottimo risultato conseguito, il governo ha potuto inoltrare a Bruxelles la richiesta di pagamento della seconda tranche dei fondi relativi al PNRR.
Il secondo versamento – che arriva dopo quello erogato ad aprile – ammonta ad un valore complessivo di 21 miliardi di euro, di cui 10 miliardi di contributi a fondo perduto e 11 miliardi di prestiti.
L’effettiva erogazione delle risorse da parte della Commissione europea avverrà nei prossimi mesi, in seguito all’esito positivo dell’iter di valutazione previsto dai regolamenti.
La tappa del 30 giugno era cruciale.
Infatti, è soltanto dall’esito positivo delle verifiche europee che dipende l’erogazione delle rate.
La Commissione può decidere di bloccare completamente l’assegnazione dei fondi nel caso di gravi ritardi o inadempienze da parte degli stati membri.
Ma anche immaginando una situazione meno estrema, nel caso in cui uno stato non rispetti le scadenze previste, non potrà presentare in tempo la richiesta di finanziamento.
Il rischio è quindi quello di non riuscire ad accedere alle risorse, anche se già assegnate.
Al fine di rispettare questo rigido cronoprogramma, le organizzazioni titolari delle misure risultano quindi fondamentali. Con questo termine si individuano i soggetti – i Ministeri o il Governo – a cui è affidata la responsabilità di verificare che gli interventi contenuti nel piano siano realizzati nei modi e nei tempi corretti. In questa tranche, con ben 13 scadenze da rispettare, il Ministero della Transizione Ecologica (MITE) è stato il soggetto più coinvolto. Seguono la Presidenza del Consiglio dei Ministri e il Ministero della Salute con 7 scadenze ciascuno e il Ministero della Cultura e il Ministero dell’Università e Ricerca ognuna con 6 scadenze.
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Con gli obiettivi raggiunti a giugno, prendono concretamente forma alcuni importanti tasselli del Piano.
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Forse il risultato più importante è stata l’approvazione della legge delega in tema di appalti pubblici, riforma grazie alla quale è possibile auspicare una sostanziale riduzione dei tempi della fase di aggiudicazione degli appalti, nonché un’importante spinta alla digitalizzazione dei processi. In tema di digitalizzazione, grazie ai traguardi di giugno si entra nella fase di realizzazione dei nuovi progetti di connessione, con l’aggiudicazione dei progetti di trasformazione digitale relativi a scuole, strutture sanitarie e isole minori, uno sforzo ingente che consentirà di fornire servizi e opportunità in maniera omogeneo su tutto il territorio nazionale, concorrendo ad abbattere il digital gap e riducendo pertanto gli attuali divari formativi, sanitari e sociali.
Altro protagonista di questo semestre è stata la sanità. Con l’adozione del c.d. Decreto 71, infatti, è stato codificato il nuovo modello organizzativo della sanità territoriale, un impegno preso dal PNRR per soddisfare le necessità dei più bisognosi e delle loro famiglie, che tra le altre cose riorganizza la medicina territoriale nelle case e negli ospedali di comunità.
Questa misura è legata al tema più generale della riqualificazione e valorizzazione territoriale, in merito al quale durante il semestre appena trascorso sono state firmate 158 convenzioni per i Programmi Innovativi della Qualità dell’Abitare (PInQuA), sono state assegnate a 483 Comuni risorse per 1.784 opere di rigenerazione urbana e a 250 borghi risorse per un programma di sostegno allo sviluppo economico e sociale attraverso l’attrattività e il rilancio turistico.
Altri due temi centrali sono stati l’istruzione, con la riforma della carriera dei docenti e la definizione di nuovi sistemi di reclutamento, e la transizione ecologica, con la definizione della strategia nazionale dell’economia circolare e il programma nazionale per la gestione dei rifiuti. Infine, molto spazio è stato dedicato alla ricerca, con la costituzione degli Ecosistemi di Innovazione, la promozione della mobilità dei ricercatori e la valorizzazione delle start-up attive nelle filiere della transizione digitale ed ecologica.
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