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16 Dicembre 2022

L’idrogeno protagonista degli investimenti nazionali previsti per il primo trimestre 2023

pubblicato in Gazzetta Ufficiale il Decreto del Ministero dell’Ambiente in attuazione di due Misure PNRR

L’idrogeno protagonista degli investimenti nazionali previsti per il primo trimestre 2023

La Strategia Europea sull’idrogeno, pubblicata nel luglio 2020, già prevedeva una forte crescita dell’idrogeno verde nel mix energetico, al fine di far fronte alle esigenze di progressiva decarbonizzazione dei settori con assenza di soluzioni alternative.

In particolare, la Strategia ipotizza che l’idrogeno varrà tra il 13 e il 14% del mix energetico entro il 2050 e che i nuovi elettrolizzatori installati avranno una potenza pari a circa 40 GW a livello europeo.

Pertanto, in continuità con gli indirizzi europei, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) riserva un ruolo di primo piano all’idrogeno.

Il Decreto 21 ottobre 2022, pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso 2 dicembre, stabilisce le modalità e i criteri generali per la concessione delle agevolazioni previste in attuazione agli investimenti 3.1 e 3.2 del PNRR, a titolarità del neonato Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, che ha sostituite il MITE – Ministero della Transizione Ecologica dello scorso governo Draghi. Il Decreto, inoltre, pone le basi per la distribuzione delle risorse previste per questi due investimenti, che ammontano a ben €2,5 miliardi sui circa €3,5 miliardi che il Piano complessivamente dedica all’idrogeno.

Nel dettaglio, l’Investimento 3.1, pari complessivamente a €500 milioni, prevede una prima misura “Produzione di idrogeno in aree industriali dismesse” (€450 milioni) che si pone l’obiettivo di sostenere la produzione e l’utilizzo di idrogeno nell’industria e nei trasporti locali, grazie alla costituzione delle cosiddette Hydrogen Valleys (ossia, i distretti dell’idrogeno). Questi distretti, saranno creati rigenerando aree industriali dismesse, che saranno trasformate in unità sperimentali per la produzione, la distribuzione e l’impiego su scala locale di idrogeno. È importante sottolineare come, all’interno di questi distretti, l’idrogeno sarà prodotto esclusivamente attraverso l’utilizzo di energia rinnovabile, tramite un processo di elettrolisi. Per questo motivo si può parlare di “idrogeno verde”, un idrogeno pulito che non esiste di per sé in natura. Per contenere i costi, verranno utilizzate aree dismesse, ma che siano già collegate alla rete elettrica, nelle quali verranno installati gli elettrolizzatori.

Già in data 15 dicembre 2021, il MITE aveva lanciato una manifestazione di interesse aperta a Regioni e a Province Autonome interessate alla realizzazione di siti di produzione dell’idrogeno verde in aree industriali dismesse.

La ripartizione delle risorse dell’Investimento 3.1, pertanto, è avvenuta sulla base dei riscontri ottenuti in seguito a questa manifestazione. Alle Regioni del Mezzogiorno (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia e Sardegna) è stata destinata una quota pari al 50% del totale a disposizione.

Sempre all’interno dell’Investimento 3.1, i rimanenti €50 milioni saranno utilizzati per la “Realizzazione di progetti bandiera” a tema idrogeno, oggetto di Protocolli di Intesa firmati tra il Ministero degli Affari Regionali e le Autonomie e il MITE del 13 aprile 2022, perfettamente complementari e sinergici con i futuri distretti. Sono 5 le Regioni coinvolte – Piemonte, Friuli-Venezia-Giulia, Umbria, Basilicata e Puglia –, le quali, attraverso la valorizzazione delle proprie specializzazioni, si pongono come capofila ed esempio da seguire per l’intero Paese.

L’Investimento 3.2 “Utilizzo dell’idrogeno in settori hard-to-abate” (€2 miliardi), invece, è volto a favorire la transizione verso l’utilizzo massivo dell’idrogeno verde – quindi, come già ribadito, a emissioni zero e assolutamente sostenibile – da parte delle industrie che ad oggi risultano più inquinanti e più difficili da riconvertire.

Tra queste ci sono in primis le acciaierie e le raffinerie. Il settore dell’acciaio risulta particolarmente strategico essendo l’Italia il secondo produttore europeo dopo la Germania.

Impiegando l’idrogeno al posto del carbone nei processi siderurgici di produzione dell’acciaio primario, infatti, si riuscirebbe ad azzerare le emissioni di particolato, di gas serra e di altri inquinanti. La conversione, che sarà assolutamente graduale nel tempo, consentirà di sviluppare competitive competenze “Made in Italy” e nuove tecnologie.

In relazione questo secondo investimento, il Decreto prevede che €1 miliardo venga destinato alla realizzazione di progetti e interventi per la sostituzione di almeno il 10% del metano e dei combustibili fossili nei processi produttivi dei settori di cui all’art. 9, comma 2 (i c.d. settori hard-to-abate, ossia quelli relativi alla siderurgia, raffinazione del petrolio, chimica, cemento, ceramica, carta, vetro e produzione alimentare) con idrogeno verde, anche autoprodotto. Un altro miliardo sarà invece volto a finanziare progetti e interventi per la produzione di ferro preridotto mediante processo “Direct Reduced Iron” (DRI), alimentati da idrogeno verde.

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