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19 Luglio 2024

La Direttiva Europea CSDDD: Progresso per la Sostenibilità e Compromessi

La Direttiva Europea CSDDD: Progresso per la Sostenibilità e Compromessi

Il 5 luglio 2024, la Direttiva (UE) 2024/1760, nota come “Corporate Sustainability Due Diligence Directive” (CS3D o CSDDD ed ancora come Supply Chain Act), è stata pubblicata nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea, segnando un importante passo avanti nella legislazione sulla sostenibilità aziendale ed entrerà in vigore entro 20 giorni dalla pubblicazione stessa.

Questa normativa stabilisce requisiti di due diligence per le imprese, mirati a prevenire e mitigare gli impatti negativi sui diritti umani e sull’ambiente lungo l’intera catena del valore. Tuttavia, nonostante l’importanza della Direttiva, il suo campo di applicazione è stato significativamente ridotto rispetto alle versioni iniziali.

Secondo Didier Reynders, Commissario europeo alla Giustizia, la CSDDD rappresenta un “vero e proprio game-changer” nel modo in cui le imprese operano lungo la loro supply chain globale. 

La Direttiva non solo mira a proteggere i diritti umani e l’ambiente, ma ha anche l’ambizione di generare un impatto significativo nei paesi extra-UE dove le aziende europee operano attraverso le loro filiere. Questo rende la CSDDD un complemento fondamentale ad altre iniziative normative come la Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD) e il Regolamento UE sulla Tassonomia, tutti parte del Green Deal europeo.

Le aziende sono chiamate a integrare nelle loro politiche aziendali attività di due diligence, garantendo che queste siano parte integrante delle decisioni strategiche. 

Le principali attività richieste includono:

  1. Integrare le politiche aziendali: assicurare che la due diligence faccia parte delle decisioni aziendali.
  2. Identificare gli impatti negativi: condurre un’analisi accurata per individuare gli impatti negativi lungo la catena di fornitura.
  3. Prevenire o mitigare gli impatti negativi potenziali: adottare misure preventive basate sulla gravità e probabilità degli impatti.
  4. Porre fine o ridurre al minimo gli impatti negativi effettivi: implementare azioni per mitigare gli impatti già in atto o altri metodi di gestione del rischio.
  5. Stabilire una procedura per la gestione dei reclami: istituire un meccanismo per gestire i reclami delle parti interessate.
  6. Monitorare l’efficacia delle politiche: valutare l’efficacia delle misure adottate e apportare miglioramenti continui.
  7. Comunicare pubblicamente sulla due diligence: rendere pubbliche le informazioni relative alle misure adottate, garantendo trasparenza.

Le Autorità nazionali saranno responsabili della supervisione dell’implementazione di queste norme e potranno applicare sanzioni in caso di mancato rispetto. Le vittime di attività aziendali dannose potranno anche intraprendere azioni legali per danni evitabili con misure adeguate di due diligence.

Gli investitori istituzionali, come fondi pensione, compagnie assicurative e fondi sovrani, giocheranno un ruolo chiave nel successo della CSDDD. Questi investitori possono utilizzare il loro potere di voto e il loro peso finanziario per incentivare le aziende a implementare pratiche sostenibili.

La Direttiva richiede che anche gli investitori svolgano attività di due diligence sulle aziende in cui investono e indirettamente sui fornitori e clienti di queste ultime, promuovendo un maggiore impegno per la sostenibilità.

L’iter legislativo ha portato a un ridimensionamento significativo del campo di applicazione della Direttiva.

Originariamente destinata ad applicarsi a imprese con oltre 500 dipendenti e un fatturato superiore a 40 milioni di euro, come per la CSRD, ora riguarderà solo aziende con almeno 1.000 dipendenti e un fatturato pari o superiore a 450 milioni di euro. Questo ha escluso molte aziende, riducendo l’impatto complessivo della normativa.

La European Coalition for Corporate Justice (ECCJ) stima che circa 10.000 imprese siano state escluse, coprendone attualmente meno di 5.500.

Il percorso per l’approvazione della CSDDD è stato complesso e divisivo.

Il Parlamento europeo ha approvato la Direttiva con 366 voti favorevoli, ma ha affrontato una significativa opposizione con 225 voti contrari. In Italia, il dibattito è stato altrettanto acceso, con una netta divisione tra i rappresentanti parlamentari.

Inoltre, emendamenti significativi sono stati apportati, come la cancellazione dell’obbligo per gli Amministratori delle società di istituire e sorvegliare i processi di due diligence, lasciando comunque la responsabilità di supervisione sui cambiamenti climatici.

Nel contesto italiano, la posizione dei rappresentanti parlamentari è stata la seguente: 27 europarlamentari italiani dei partiti progressisti e liberali hanno espresso il loro sostegno alla Direttiva mentre 30 europarlamentari appartenenti ai partiti politici italiani di Forza Italia, Fratelli d’Italia e Lega, hanno espresso voto contrario. 

Dopo l’approvazione del Parlamento europeo, il processo legislativo dei triloghi vedrà le istituzioni dell’UE discutere e negoziare ulteriori aspetti tecnici della Direttiva. Una volta raggiunto un accordo definitivo, gli Stati Membri avranno due anni per trasporre la Direttiva nella legislazione nazionale, adattandola alle specificità locali e coinvolgendo vari stakeholder per garantirne un’attuazione efficace.

La Direttiva (UE) 2024/1760 sulla due diligence aziendale per la sostenibilità rappresenta un progresso significativo verso una maggiore responsabilità delle imprese nei confronti dei diritti umani e dell’ambiente.

Nonostante le limitazioni e le riduzioni del campo di applicazione, la CSDDD pone le basi per un cambiamento culturale e aziendale fondamentale, avviando processi che potrebbero portare a un’economia più equa e sostenibile.

Sarà cruciale monitorare l’implementazione della Direttiva nei prossimi anni e valutare il suo impatto, sperando in future revisioni che possano ampliare il suo campo di applicazione e rafforzare ulteriormente le misure per una sostenibilità integrata.

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