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25 Gennaio 2022
Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR)
Un’opportunità senza precedenti per il nostro Paese
Il PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) è il documento che il governo ha predisposto per illustrare alla Commissione Europea il modo in cui l’Italia intende investire i fondi che saranno stanziati nell’ambito del programma Next Generation EU. Il documento, che è stato conseguentemente approvato dalla Commissione nel giugno 2021, descrive nel dettaglio i progetti che il nostro paese intende realizzare grazie ai fondi comunitari, sottolineando come le risorse verranno gestite. Annesso al documento è stato presentato anche un calendario di riforme, finalizzate in parte all’attuazione del PNRR e in parte alla modernizzazione del paese.
L’Italia è la principale beneficiaria di questo nuovo programma di finanziamento europeo, con ben €191,5 miliardi di fondi a disposizione, suddivisi tra sovvenzioni (€68.9 miliardi) e prestiti (€122.6 miliardi).
A questi fondi si aggiungono poi le risorse – €13 miliardi – nell’ambito del programma REACT EU e quelle – €30.62 miliardi – che il governo ha stanziato con un apposito Decreto-Legge per completare i progetti contenuti nel PNRR.
Il totale previsto è quindi pari a €255.13 miliardi.
- Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo, che intende dare un impulso decisivo alla competitività del Paese attraverso la digitalizzazione
- Rivoluzione verde e transizione ecologica, che concerne i grandi temi dell’agricoltura sostenibile, dell’economia circolare, della transizione energetica, della mobilità sostenibile, dell’efficienza energetica degli edifici, delle risorse idriche e dell’inquinamento, temi sempre più all’ordine del giorno nel dibattito pubblico
- Infrastrutture per una mobilità sostenibile, che punta a realizzare entro il 2026 un sistema infrastrutturale moderno, digitalizzato e sostenibile, realizzando le opere necessarie a intervenire sui fattori di debolezza cronica del nostro Paese concentrandosi sui territori meno collegati al fine di colmare il divario esistente tra Nord e Sud e tra le aree urbane e rurali
- Istruzione e ricerca, volta – genericamente parlando – al miglioramento qualitativo e quantitativo dell’offerta dei servizi di istruzione e formazione, a ogni livello
- Coesione e inclusione, a sostegno del lavoro, delle famiglie e delle comunità con particolare attenzione ai giovani, alle donne e ai soggetti più vulnerabili
- Salute, volto ad allineare i servizi ai bisogni di cura dei pazienti, in ogni area del Paese, e a migliorare le dotazioni infrastrutturali e tecnologiche e promuovere la ricerca e l’innovazione
Oltre a queste Missioni, grazie ai contributi comunitari, il governo intende anche affrontare una serie di problematiche storiche e strutturali del nostro Paese, che riguardano in particolare le persone con disabilità, i giovani, le donne e le regioni del Mezzogiorno
A tal fine, le 6 Missioni precedentemente elencate condividono tutte delle priorità trasversali relative alle pari opportunità generazionali, di genere e territoriali.
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IL PACCHETTO DI RIFORME
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Per quanto riguarda, invece, il pacchetto di riforme presentato insieme al Piano, se ne prevedono di tre tipologie:
- Riforme orizzontali o di contesto: che interessano trasversalmente tutte le Missioni;
- Riforme abilitanti: interventi funzionali a garantire l’attuazione del Piano;
- Riforme settoriali: contenute all’interno delle singole Missioni.
A queste si aggiungono le cosiddette riforme concorrenti, che non fanno strettamente parte del Piano, ma che comunque – come sottolinea il loro nome – concorrono alla realizzazione dei suoi obiettivi generali, tra cui la razionalizzazione e l’equità del sistema fiscale o il potenziamento degli ammortizzatori sociali.
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GOVERNANCE DEL PIANO
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L’attuazione del PNRR e la realizzazione degli interventi e delle riforme, ha chiarito il Governo tramite la Legge n.108 del 29 luglio 2021, sarà responsabilità delle singole Amministrazioni Centrali interessate (i.e., i Ministeri), nonché delle Regioni e degli Enti Locali. Lo schema di governance prevede la realizzazione di una struttura di coordinamento centrale presso il Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF), che avrà il compito di supervisionare l’attuazione del Piano e che rappresenterà il punto di contatto con la Commissione Europea per l’erogazione dei fondi. Le singole Amministrazioni saranno invece responsabili di inviare periodici resoconti alla struttura di coordinamento circa l’attuazione delle misure.
È stata inoltre istituita una cabina di regia, presieduta dal Presidente del Consiglio dei ministri, alla quale partecipano tutti i Ministri e i Sottosegretari di Stato alla Presidenza del Consiglio in ragione delle tematiche affrontate in ciascuna seduta. Affianco alla cabina, è stata creata una segreteria tecnica presso la Presidenza del Consiglio dei ministri per supportare le attività di quest’ultima. I due organi assicurano relazioni periodiche al Parlamento e al Consiglio dei ministri.
È poi stata prevista l’istituzione di un Tavolo Permanente per Partenariato Economico, Sociale e Territoriale formato dai rappresentanti delle parti sociali, del Governo, delle Regioni, delle Province Autonome ed Enti Locali, con funzioni consultive sull’attuazione del PNRR. Infine, un’unità di audit effettua le verifiche di sistema, sulle operazioni e sulle performance e predispone un Piano d’Indagine Generale che definisce obiettivi, l’estensione e il cronoprogramma delle attività di controllo.
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CRONOPROGRAMMA DELLE MISSIONI
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L’Italia potrà richiedere e ottenere dalla Commissione Europea i finanziamenti spettanti su base semestrale, solo a fronte dell’effettivo conseguimento dei traguardi e degli obiettivi intermedi, secondo una sequenza temporale predefinita e precedentemente concordata con le Istituzioni Europee. Sono imposti tempi di realizzazione molto stringenti, molto più ravvicinati rispetto alle tempistiche abituali. Il completamento della maggior parte degli obiettivi è previsto per il secondo semestre del 2026.
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IMPATTI PREVISTI SULL’ECONOMIA NAZIONALE
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Secondo una relazione pubblicata dal Centro Studi del Parlamento, il governo italiano valuta un impatto di crescita dell’economia nazionale pari a 0.8% (0.5% per effetto della maggior spesa, 0.3% per effetto delle riforme), portando il tasso di crescita potenziale stimato nell’ultimo anno di attuazione del PNRR a 1.4%. Ne consegue, che l’impatto complessivo sul PIL nominale è stimato pari a 3.6% in termini di scostamento rispetto allo scenario base nell’anno 2026. Oltre alla crescita economica in senso stretto, il PNRR sarà funzionale al raggiungimento dei seguenti obiettivi, con particolare attenzione al conseguimento dei risultati nel Mezzogiorno d’Italia:
- Crescita ciclica più robusta rispetto al passato;
- Aumento di produttività con innovazione, digitalizzazione e investimenti in capitale umano;
- Aumento occupazione previsto di +3.2% (2024-2026);
- Aumento dell’occupazione femminile di +3.7% (2024-2026);
- Aumento dell’occupazione giovanile di +3.2% (2024-2026).
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