-
Blog
16 Settembre 2022
Il peso e l’importanza degli investimenti sull’efficientamento energetico in uno scenario di caro prezzi e di crisi internazionale
“
Nell’attuale scenario di dilagante incertezza causato dall’arrivo di un secondo e più pesante caro prezzi, la necessità di investire sull’efficientamento energetico del paese appare come una delle poche certezze.
”
Come noto, lo scoppio della guerra in Ucraina ha avuto pesanti ripercussioni sul nostro Paese. Su tutte l’aumento del costo delle materie prime e dell’energia. Per arginare questo problema, il Governo negli ultimi mesi si è attivato per siglare una serie d’accordi con l’Algeria ed ha emanato diversi Decreti Legge volti appunto a limitare l’impatto dell’aumento dei costi per i cittadini e le imprese. Tutto ciò, tuttavia, potrebbe rivelarsi non sufficiente. Infatti, dopo la prima ondata di caro dei materiali che aveva innescato una risposta tempestiva del governo – con lo stanziamento di €10 miliardi per far fronte alle compensazioni – e delle stazioni appaltati – con l’aggiornamento dei prezzari – ora è in arrivo un nuovo colpo sui cantieri in corso e sui progetti pronti per le gare.
L’Associazione Nazionale dei Costruttori Edili (ANCE) ha quantificato un incremento dei costi pari a circa il 35% rispetto a quanto previsto soli pochi mesi fa, sulla base dei prezzari più aggiornati.
Questa stima è data dall’effetto di due diversi impatti: quello “diretto” dei maggiori costi energetici dei cantieri e quello “indiretto” dei costi maggiorati per la produzione dei materiali edilizi, con conseguente incremento del costo degli stessi. A titolo esemplificativo, negli ultimi sette mesi l’acciaio impiegato nel calcestruzzo è aumentato del 55%, il PVC del 43% e il bitume del 49%.
Quello che si sta verificando non è quindi soltanto un problema di rincari, ma un vero e proprio shock dell’offerta causato dall’interruzione delle filiere produttive, come avvenuto alla fine del 2020.
La crisi di governo, la necessità di riaggiornare – a così breve distanza – i prezzari e i quadri economici delle opere e la difficoltà nel definire il momento in cui si raggiungerà il plateau dei rincari energetici rendono questa seconda crisi dei costi addirittura più insidiosa della prima. A peggiorare le cose, il fatto che essa si innesta in uno scenario che ha visto già avviate le soluzioni ma non ancora risolti i problemi della prima crisi.
In virtù di questo clima di incertezza, una delle poche sicurezze è dettata dall’ormai risaputa necessità di investire nel medio – lungo periodo nell’efficientamento energetico, in primis degli edifici, pubblici e privati. Secondo le stime del governo, infatti, gli immobili italiani costituirebbero circa la metà dei costi energetici del Paese. È quindi piuttosto intuitivo capire come interventi di questo tipo sono fondamentali, non solo perché contribuirebbero a ridurre gli sprechi ma anche perché limiterebbero le emissioni degli agenti inquinanti.
“
A sottolineare l’importanza dell’efficientamento energetico, all’interno del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) sono quattro le misure che puntano proprio in questa direzione, per un totale di circa €20 miliardi complessivi.
”
La gran parte di queste risorse (circa €18,5 miliardi) è stata utilizzata per rifinanziare il c.d. “Superbonus”, una misura introdotta per la prima volta nel 2020 con il Decreto Rilancio. Se da un lato il Superbonus ha indubbiamente contribuito al rilancio dell’edilizia, dall’altro non è stato esente da critiche. Infatti, secondo i dati forniti dall’agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (ENEA) le richieste di finanziamento starebbero già eccedendo le risorse disponibili. Nello specifico, gli interventi ammessi comporterebbero detrazioni fiscali pari a oltre €43 miliardi quando le risorse per ora stanziate ammontano a soli circa €33,3 miliardi. In virtù di queste criticità, il Governo ha giugno ha deciso di non rifinanziare questa misura.
Il secondo investimento più significativo riguarda la costruzione di nuove scuole per cui sono stati stanziati €2 miliardi. La terza voce di spesa è invece rappresentata dall’efficientamento dei tribunali e delle cittadelle giudiziarie, per cui sono previsti interventi su 48 strutture per una spesa complessiva di €441 milioni. Infine, €200 milioni saranno investiti per lo sviluppo di sistemi di teleriscaldamento. Tutti questi interventi dovranno essere portati a conclusione entro il 2026. In caso contrario, il Paese rischia di perdere i fondi.
Complessivamente, le scadenze europee legate a queste misure sono 10.
Per quanto riguarda il Superbonus, entro la fine del 2021 doveva entrare in vigore la proroga della misura, cosa che è avvenuta a seguito dell’approvazione della Legge di Bilancio 2022. Il prossimo appuntamento è invece previsto per il 2023, data entro cui dovranno essere completati lavori per almeno 12.000 mq.
Relativamente alla costruzione di nuove scuole, le risorse sono già state assegnate e sono attualmente in corso i bandi di affidamento delle progettazioni. La prima scadenza è fissata per il terzo trimestre 2023, data entro cui dovranno essere aggiudicati tutti gli appalti.
Gli altri due interventi previsti nel quadro del PNRR sono invece in fase preliminare.
Per quanto riguarda l’efficientamento degli edifici giudiziari, i lavori dovrebbero iniziare nel 2024 per concludersi entro il primo trimestre 2026. Il Ministero della Giustizia ha già individuato gli edifici su cui intervenire, ma l’aggiudicazione degli appalti è prevista solo pe la fine del prossimo anno.
Infine, relativamente alla promozione dei sistemi di teleriscaldamento, si registrano lievi ritardi dato che entro giugno sarebbe dovuto essere pubblicato il bando per la realizzazione di nuove reti o l’estensione di quelle esistenti.
L’avviso è stato pubblicato solo lo scorso 28 luglio e si concluderà il prossimo 6 ottobre. Entro la fine dell’anno, invece, dovranno essere aggiudicati tutti gli appalti.
Ti è piaciuto questo articolo?