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19 Aprile 2024

Il Disability Manager

Il Disability Manager

L’integrazione dei lavoratori diversamente abili nell’ambito aziendale rappresenta un tema cruciale per l’inclusività. 

Nel corso degli ultimi anni sono stati attuati una serie di provvedimenti in materia, che mirano a migliorare la situazione lavorativa dei disabili. Il primo provvedimento italiano a riguardo è la Legge 68 del 12 marzo1999, che ha come finalità quella di promuovere l’inserimento delle persone disabili nel mondo lavorativo, tramite azioni di sostegno e di collocamento.

Nello specifico, tale normativa è rivolta alle persone affette da minoranze fisiche, psichiche o sensoriali, ai portatori di handicap intellettivo con riduzione della capacità lavorativa in misura superiore al 45%, ai non vendenti e ai sordomuti, alle persone con un grado di invalidità in percentuale maggiore del 33% attestata dall’INAIL e agli invalidi di guerra.

Questa prima spinta verso l’inclusività è stata poi perfezionata con il D. Lgs. 151 del 2015, in cui sono state aggiunte iniziative per il superamento delle quote obbligatorie e nuove misure per il reinserimento lavorativo, inclusa una grande novità: la figura del Disability Manager.

Questa figura lavorativa nasce negli Stati Uniti d’America intorno agli anni ’80 dalla spinta di leader aziendali progressisti e attivisti per i diritti umani, guidati dalla necessità di aiutare le persone diversamente abili a svolgere le mansioni lavorative quotidiane nel massimo rispetto dei propri diritti e con una grande attenzione al contesto sociale in cui sono immersi.

In Italia questo concetto è stato sviluppato in seguito alle prime spinte americane e, seppur non esista una normativa specifica con obblighi in merito, il Disability Manager comunque è entrato nella cultura aziendale sotto forma di best practice, nel raggiungimento degli obiettivi aziendali.

In sostanza, il Disability Manager è un professionista specializzato nel supporto delle persone diversamente abili e ha come responsabilità principali quella di accogliere e supportare questa tipologia di dipendenti, sensibilizzare tutti i lavoratori su questo tema e cercare di educarli e di evitare qualsiasi tipo di discriminazione, spingendo ad una cultura aziendale basata sull’inclusività.

Questa figura consente di verificare che vi sia conformità normativa delle imprese con l’effettivo rispetto dei diritti dei dipendenti.

Collabora in modo stretto con i responsabili delle risorse umane e cerca di promuovere politiche e procedure volte all’assunzione di più persone diversamente abili e di garantire in questo modo una forte equità.

La presenza di tale professionista consente di apportare numerosi benefici nelle aziende come: un incremento della produttività aziendale (infatti, un ambiente più inclusivo stimola maggiormente i dipendenti e crea maggiore coinvolgimento), una maggiore attrattività delle imprese (poiché, in questo modo dimostrano attenzione alla persona e una mentalità aperta e proattiva) e, infine, comportano un minor turnover, dal momento che un clima che crea condivisione per tutti, genera una forte fiducia nei dipendenti, i quali saranno sempre meno motivati a cambiare azienda.

Dunque, introdurre manager altamente specializzati in materia non permette soltanto di migliorare la situazione lavorativa di numerose persone ma consente anche di raggiungere gli obiettivi di parità di genere di cui tanto si parla e che necessitano ancora di una maggiore attenzione.

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