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18 Marzo 2022
Il caro prezzi mette a rischio la buona riuscita degli interventi PNRR?
L’aumento dei prezzi dell’energia e la difficoltà di approvvigionamento delle materie prime stanno colpendo l’intero sistema produttivo del nostro paese, a partire dai settori energivori. A rischio ora ci sono i cantieri del PNRR.
Il caro prezzi da record di energia e materie prime sta colpendo il sistema produttivo italiano proprio nel momento in cui si stava risollevando dagli effetti della pandemia.
Il caro energia e le difficoltà di approvvigionamento dei materiali dovute alle conseguenze della guerra in Ucraina rischiano infatti di “compromettere definitivamente la sopravvivenza delle imprese italiane” con pesanti ricadute occupazionali.
Questo l’allarme lanciato dal Ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti.
Si contano infatti già decine di attività sospese, in primis appartenenti ai settori della ristorazione e a quelli energivori, come le filiere della carta o dell’acciaio o il settore delle costruzioni.
Secondo il Ministro, si dovrebbe istituire un fondo ad hoc a supporto di questi settori e valutare un divieto di esportazione dei prodotti strategici e l’applicazione di dazi sull’export al fine di evitare la fuoriuscita di prodotti essenziali per il paese. Un’alternativa potrebbe essere quella da tempo richiesta dai produttori, di prevedere un meccanismo ordinario di revisione dei prezzi: mensilmente – quindi praticamente in tempo reale – i costi delle opere vengono adeguati al rialzo o al ribasso seguendo le rilevazioni dei singoli materiali. Questa misura, tuttavia, non coprirebbe interamente gli sbalzi clamorosi degli ultimi giorni, ma potrebbe essere comunque utile per limitarne le conseguenze.
A rischio ci sono anche i cantieri del PNRR. Il Presidente ANCE, l’Associazione Nazionale Costruttori Edili, Gabriele Buia, a questo proposito ha richiesto un incontro urgente con il Premier Draghi affermando che a causa della scarsità dei materiali gli impianti di produzione stanno chiudendo e che servono quindi delle misure per calmierare i prezzi e compensare i maggiori costi sostenuti dalle imprese. In particolare, l’ANCE parla di aumenti del 20% sull’acciaio negli ultimi dieci giorni. Il rischio è che in assenza di contromisure e di strumenti di compensazione, nessuna impresa sarà in grado di realizzare le opere che gli sono state commissionate e gli interventi previsti dal PNRR non andranno a buon fine. Le imprese chiedono quindi interventi immediati per mettere in sicurezza i cantieri, richiedendo una modifica all’articolo 29 del Decreto Sostegni ter (DL 4/2022) che contiene misure urgenti in materia di appalti pubblici, che secondo ANCE dovrebbero essere riviste per diventare più incisive, inserendo nel testo un meccanismo obbligatorio di compensazione, semplice e automatico, con cadenza semestrale e valido fino alla fine del 2023.
Anche a questo riguardo si è espresso il Ministro Giorgetti, alla guida di un ministero a cui sono stati affidati più di 15 miliardi di euro di fondi PNRR, dicendo che il Piano è nato con tempi, obiettivi e scadenza precise, alcune di queste che al momento sembrano praticamente impossibili da raggiungere. Il Ministro si è espresso con parole molto forti affermando che “il PNRR a tempo debito dovrà essere ridiscusso” e dicendosi favorevole ad aggiornare in particolare i Pilastri 1 e 2 del Piano, relativi rispettivamente alla transizione digitale e green, voci che insieme assorbono il 67% delle risorse.
Di tutt’altro parere è invece Vera Fiorani, amministratrice delegata di Rete Ferroviaria Italiana, una della più grandi centrali di committenza di opere all’interno del PNRR.
Al momento, infatti, i bandi RFI previsti per il 2022 sono stati tutti confermati, seppur dopo un necessario aggiornamento del prezzario e una revisione delle basi d’asta.
Rispetto alle stime iniziali i costi sono aumentati di circa il 16%, ma l’incremento non è stato tale da dover modificare l’agenda degli interventi previsti.
In conclusione, al momento la sola cosa certa e che a giugno la Commissione Europea ha in programma di rivedere la distribuzione di parte dei fondi sulla base dell’andamento dei PIL nazionali dei due anni di pandemia. Poiché l’Italia viene da un periodo di “crescita eccezionale”, citando le parole del Premier, pari a +6.5% nel 2021, siamo candidati a vedere le risorse assegnatoci ridursi. Anche in virtù di questa imminente possibilità, quindi, è fondamentale che si trovi in breve tempo una soluzione a quello che sembra un inesorabile aumento dei prezzi.
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