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22 Novembre 2024

I ribassi nei contratti pubblici: l’analisi di ANAC dei contratti aggiudicati nel periodo 2017-2023

I ribassi nei contratti pubblici: l’analisi di ANAC dei contratti aggiudicati nel periodo 2017-2023

Negli ultimi anni, la gestione degli Appalti Pubblici in Italia ha subìto significativi cambiamenti normativi, con l’obiettivo di semplificare le procedure e accelerare l’erogazione dei servizi e lavori pubblici.

Una delle principali evoluzioni ha riguardato sicuramente il valore soglia degli affidamenti diretti, passato nel giro di alcuni anni dal valore iniziale massimo di € 40.000all’attuale importo di € 140.000.

Nel dettaglio, a partire dal 2020, la Legislazione italiana ha previsto interventi normativi che hanno innalzato le soglie di valore oltre le quali le Stazioni Appaltanti devono ricorrere a procedure di gara più competitive, come le gare aperte o ristrette.

La legge n. 120/2020 “Misure urgenti per la semplificazione e l’innovazione digitali” ha elevato la soglia per gli affidamenti diretti da € 40.000 a € 75.000 per i contratti di servizi e forniture e a € 150.000 per i lavori. Queste modiche hanno avuto un impatto sulla modalità di scelta, riducendo il ricorso alle gare ad evidenza pubblica e aumentano per le stazioni appaltanti la possibilità di utilizzo dell’affidamento diretto.

L’ Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC), ad ottobre di quest’anno ha pubblicato un report in cui ha evidenziato le conseguenze di queste modifiche, tra cui in particolare l’incremento degli affidamenti diretti correlando una parallela perdita di risparmi legati ai mancati ribassi nelle gare d’appalto.

La diffusione degli affidamenti diretti ha comportato una minore concorrenza tra gli Operatori Economici, con il risultato di un “mancato risparmio” che, secondo le stime dell’ANAC, ammonta a circa 350 milioni di Euro tra il 2021 e il 2023.

L’analisi eseguita nel report ANAC distingue anche i vari settori degli appalti, evidenziando come la riduzione dei risparmi si distribuisca in modo differenziato:

  1. Lavori pubblici: L’adozione crescente dell’affidamento diretto ha comportato una perdita di risparmi sui ribassi di 219,07 milioni di Euro (media ponderata) o 223,93 milioni di Euro (media aritmetica).
  2. Servizi: Anche in questo settore, l’incremento degli affidamenti diretti ha ridotto i risparmi da ribassi di 101,61 milioni di Euro (media ponderata) o 98,98 milioni di Euro (media aritmetica).
  3. Forniture: Infine, il settore delle forniture ha visto una perdita di risparmi pari a 27,94 milioni di Euro (media ponderata) o 27,01 milioni di Euro (media aritmetica).

L’ANAC sottolinea la necessità di un equilibrio tra semplificazione burocratica e garanzia di risparmi per la collettività e suggerisce, per evitare che la semplificazione si traduca in costi più elevati per lo Stato e per i cittadini, di rivedere le soglie di affidamento e le procedure ad esse associate.

Per ulteriori approfondimenti:

“Più affidamenti diretti, meno ribassi: 350 milioni di € di mancati risparmi tra il 2021 e il 2023”

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