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12 Maggio 2023
I fondi PNRR per le Green Communities: la misura, le risorse e i beneficiari
Per Green Communities si intendono piani di sviluppo sostenibili messi in atto a livello locale da piccole comunità con una serie di obiettivi quali – a titolo esemplificativo – la gestione delle risorse locali per produrre energia, lo sviluppo di iniziative di turismo sostenibile, l’integrazione di servizi per la mobilità lenta, l’edilizia consapevole e la costruzione di un’economia a “zero rifiuti”. Come si può intuire, questi sono dei progetti che si pongono obiettivi più ampi rispetto alla riduzione dell’impatto ambientale e della gestione energetica, integrando anche il raggiungimento di dinamiche virtuose a livello sociale ed economico.
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La sostenibilità, infatti, è un concetto che tiene insieme tanto il sistema finanziario quanto quello ambientale e sociale.
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A livello legislativo, la prima volta in cui vengono nominate le Green Communities è la Legge 221/2015 “Disposizioni in materia ambientale per promuovere misure di Green Economy per il contenimento dell’uso eccessivo delle risorse naturali” (link) che – seppur non fornendo già una definizione precisa del modello – individuava i territori di applicazione ossia aree rurali e montane in cui vi era il desiderio di sfruttare al meglio le risorse locali già presenti in un’ottica sostenibile.
Anche l’investimento incluso nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) per le Green Communities – l’unico a titolarità del Dipartimento per gli Affari Regionali e le Autonomie – è rivolto a queste tipologie di aree, con l’ambizione di renderle più autonome rispetto ai poli centrali, con un’attenzione particolare anche per il loro rilancio e la loro ripopolazione.
Scopo principale dell’iniziativa è quello di potenziare il valore dei territori, che, in linea con lo sviluppo della green economy, intendono sfruttare in modo equilibrato le risorse principali di cui dispongono, attraverso l’elaborazione di un piano di sviluppo sostenibile.
Il finanziamento previsto dalla misura ammonta a €135 milioni complessivi ed ogni Ente – aggregazioni di Comuni, alternativamente nella forma di unioni, consorzi, convenzioni o comunità montane – poteva richiedere dai €2 ai €4,3 milioni per la realizzazione del proprio progetto.
Come prima cosa, sono stati selezionati n. 3 progetti pilota: la Green Community “Terre del Monviso” in Piemonte, l’Unione Montana dell’Appennino Reggiano della “Montagna del Latte” in Emilia-Romagna e la Green Community “Parco Regionale Sirente Velino” in Abruzzo. A ciascuno sono state assegnati €2 milioni.
Tolti questi €6 milioni complessivi, i rimanenti €129 previsti dalla misura sono stati distribuiti nel Decreto di Riparto del Ministero (link), del 30 giugno 2022. Sono state ben 191 le proposte presentate per la partecipazione al bando, di cui 35 non ammesse e 156 approvate.
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A seguito della pubblicazione degli esiti dell’avviso pubblico è possibile osservare che, oltre ai n. 3 progetti pilota di cui sopra, saranno finanziati altri n. 36 progetti.
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Di questi, n. 30 otterranno il finanziamento richiesto nella sua totalità mentre i restanti n. 6 avranno accesso ad un finanziamento parziale.
Considerando gli interventi ammessi, la Regione che riceverà più finanziamenti è il Piemonte, con circa €12,59 milioni. Seguono la Sardegna a poca distanza (poco meno di €12,59 milioni) e la Toscana (€10,28 milioni).
Per quanto riguarda la quota del 40% delle risorse da destinare alle Regioni del Mezzogiorno – regola fissa per le misure PNRR – nonostante tra i criteri considerati per ripartire il finanziamento tra le regioni sia stato incluso la necessità di garantire la riserva del 40%, solo il 37,7% delle risorse verrà veicolato verso il sud del paese. Come già visto per altri bandi PNRR, infatti, anche in questo caso gli Enti del Sud sembrano essere quelli più in difficoltà nel presentare i progetti.
Ciascun progetto finanziato dovrà essere interamente completato entro il termine perentorio del 31 marzo 2026, in accordo con le scadenze europee e con la durata del Piano nazionale.
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