• Fondi PNRR: Poste Italiane investe 30 milioni di euro in spazi adibiti al coworking.

    Blog

Home   |   Blog   |   Fondi PNRR: Poste Italiane investe 30 milioni di euro in spazi adibiti al coworking.


20 Gennaio 2023

Fondi PNRR: Poste Italiane investe 30 milioni di euro in spazi adibiti al coworking.

Nuova vita agli uffici postali dei piccoli centri.

Fondi PNRR: Poste Italiane investe 30 milioni di euro in spazi adibiti al coworking.

Nell’era del lavoro smart, il co-working sta prendendo sempre più piede. Infatti, grazie al progresso tecnologico, alla digitalizzazione e all’Industria 4.0 si sono sviluppate forme e ambienti di lavoro a cui fino a qualche anno fa non si poteva nemmeno pensare, tutte accomunate da caratteristiche simili, quali la crescente esigenza di flessibilità da parte dei lavoratori e di un’ampia disponibilità di dotazioni tecnologiche. Molti lavoratori – siano essi professionisti, imprenditori o dipendenti – ora non si sentono nemmeno più legati ad un unico luogo fisso per svolgere le proprie attività. Si sono così creati fenomeni come l’home-working, che permette ai lavoratori di lavorare da casa, il mobile-working, che permette loro di lavorare in mobilità, e, appunto, il coworking. Questo termine, traducibile in italiano con “lavorare insieme”, indica una condivisione da parte dei lavoratori dello stesso spazio. Tuttavia, con questa innovativa modalità di lavoro, non ci si limita a condividere gli spazi fisici. Il punto di forza del coworking, infatti, è la trasformazione degli spazi in crogioli creativi, in cui si facilita, grazie all’unione e all’incontro di persone provenienti da settori completamente diversi, lo scambio e la nascita di nuove idee.

È in quest’ottica che si inserisce l’iniziativa (denominata “Spazi per l’Italia”) di Poste Italiane volta ad offrire nelle proprie sedi spazi di coworking, aperti a studenti, professionisti, imprese e startup. Si tratta di un’iniziativa che coinvolge una rete di 250 siti di proprietà di Poste dislocati su tutto il territorio nazionale, che punta alla valorizzazione del patrimonio immobiliare, tramite la messa a disposizione di palazzi storici e di edifici spesso in disuso o abbandonati, rivitalizzati per offrire ai cittadini spazi moderni e accessibili, a prezzi accettabili, dove poter svolgere le proprie attività lavorative. Alle aree di lavoro condiviso si affiancano strumenti per la formazione e l’erogazione di servizi avanzati per professionisti, imprese, associazioni e singoli cittadini. In totale, negli edifici interessati, saranno messe a disposizione oltre 5.000 postazioni di lavoro, oltre a spazi riunione, servizi condivisi e aree dedicate a eventi e alla formazione. Ciò – sottolinea il condirettore generale di Poste, Giuseppe Lasco – anche, e soprattutto, in luoghi dove di norma i player di settore non investono, i piccoli Comuni.

Il Progetto è stato approvato lo scorso 19 ottobre dalla Commissione Europea, che l’ha valutato alla luce delle norme UE in materia di aiuti di stato, in particolare dell’art. 107, paragrafo 3, lettera c del TFEU (Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea), che consente agli Stati Membri di sostenere lo sviluppo di alcune attività economiche sotto determinate condizioni. La Commissione ha ritenuto necessario e appropriato il Progetto per lo sviluppo di spazi di coworking, in virtù del fatto che in quelle aree non sarebbero mai stati effettuati massivi investimenti da parte dei privati in assenza del sostegno pubblico. La Commissione ha inoltre concluso che la proposta è proporzionata, in quanto è limitata al minimo necessario e ha impatto contenuto sulla concorrenza.

Quest’iniziativa rientra nel più ampio Progetto Polis, approvato lo scorso 2 maggio e finanziato con fondi provenienti dal Piano Complementare al PNRR (DL 6 maggio 2021, n. 59), che prevede investimenti per 1,12 miliardi di euro, di cui 320 milioni a carico di Poste. Ad essere coinvolti nel Progetto saranno i circa 7.000 Uffici Postali situati nei piccoli centri urbani con meno di 15.000 abitanti. Obiettivo del Progetto è quello di ampliare l’offerta di servizi attualmente disponibili nei piccoli Comuni, favorendone la coesione sociale e territoriale e puntando a contrastare il dilagante fenomeno dello spopolamento. In altre parole, ridare centralità a questi territori e creare le basi affinché l’Ufficio Postale rimanga permanentemente attivo quale vero e proprio Hub nel quale i cittadini possano usufruire di una pluralità di servizi.

Gli Uffici Postali saranno radicalmente trasformati e arricchiti. Affianco ai già menzionati spazi di coworking, all’interno del Progetto Polis si prevede la nascita del c.d. “Sportello Unico”, che ha l’obiettivo di fornire ai cittadini dei Comuni più piccoli un punto d’accesso unico per la fornitura di tutti i servizi delle PA, in modalità digitale e multicanale. L’intervento coinvolge 4.800 Uffici Postali dislocati in 4.764 Comuni con meno di 15.000 abitanti. Tra gli interventi proposti, si ricorda l’installazione di 3.000 ATM evoluti, di 4.800 postazioni per l’erogazione di servizi pubblici self-service tramite totem (es. rilascio di carte d’identità elettroniche, passaporti, documenti fiscali, catastali, pensionistici, certificati giudiziari, etc.), di 4.800 lockers per la consegna di pacchi ed altri beni 24 ore su 24, di 4.800 vetrine informative interattive, di 5.000 colonnine per la ricarica di veicoli elettrici, di 1.000 impianti fotovoltaici e di 4.800 sistemi di Smart Building e di monitoraggio ambientale. Saranno, infine, realizzati 1.000 spazi esterni attrezzati per accogliere iniziative culturali e di salute e benessere.

Il piano degli interventi e dei relativi investimenti prevede il termine dei lavori entro luglio 2026, sulla base di un dettagliato cronoprogramma condiviso tra il Ministero proponente (il MISE) e Poste Italiane. Il Progetto prevede il monitoraggio trasparente degli obiettivi e delle milestone tramite un Portale pubblico dedicato, con evidenza dei risultati raggiunti e dei fornitori ingaggiati, grazie al diretto coinvolgimento della PA interessate. Il Progetto avrà notevoli impatti per l’intero sistema paese. Infatti, secondo i dati ISTAT, si stima che nel periodo di investimento si creerà un impatto complessivo sul PIL pari a 831 milioni di euro, 376 milioni di euro sul reddito da lavoro e un sostegno all’occupazione di circa 14.900 persone.  

Ti è piaciuto questo articolo?