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29 Novembre 2024
Finanza Climatica: investimenti per un futuro più sostenibile
La Finanza Climatica sta diventando un elemento centrale per affrontare la sfida globale dei cambiamenti climatici, poiché rappresenta uno degli strumenti principali per supportare la transizione verso un’economia sostenibile.
Con l’accelerarsi degli effetti negativi del riscaldamento globale, le risorse finanziarie destinate alla mitigazione e all’adattamento ai cambiamenti climatici sono fondamentali per ridurre le emissioni di gas serra e sostenere le comunità più vulnerabili agli impatti del clima.
La finanza climatica si riferisce agli investimenti, provenienti da varie fonti (governi, investitori privati, istituzioni internazionali e fondi pubblici e privati), destinati a supportare iniziative con due obiettivi principali: la mitigazione, ovvero la riduzione delle emissioni di gas serra attraverso investimenti mirati in energie rinnovabili, efficienza energetica e tecnologie verdi, e l’adattamento, cioè la creazione di soluzioni per rendere le comunità e le economie più resilienti agli impatti del cambiamento climatico, come inondazioni, siccità e ondate di calore.
La crescente attenzione verso la Finanza Climatica è anche dovuta alla consapevolezza che, oltre a ridurre il rischio sistemico associato ai cambiamenti climatici, questa può rappresentare anche una delle principali opportunità di crescita economica dei prossimi decenni. L’integrazione dei rischi climatici nelle politiche aziendali, inoltre, è diventata essenziale per limitare la vulnerabilità delle imprese agli impatti climatici, come le catastrofi naturali, che potrebbero compromettere la loro stabilità finanziaria.
La crescita della Finanza Climatica dipende in gran parte dall’azione delle istituzioni pubbliche e private. Organizzazioni internazionali, come le Nazioni Unite, hanno creato iniziative dedicate, come il Green Climate Fund, istituito nel 2010 durante la 16° sessione della Conferenza delle Parti (COP) della Convenzione Quadro sul Cambiamento Climatico delle Nazioni Unite (UNFCCC), per supportare i paesi in via di sviluppo nell’accesso alle risorse per affrontare i cambiamenti climatici.
La COP è uno degli eventi principali dove si discutono e definiscono le politiche internazionali di Finanza Climatica.
Durante l’ultima edizione, la COP29, tenutasi a Baku, in Azerbaigian, dall’11 al 22 novembre 2024, è stato raggiunto un accordo per la definizione del New Collective Quantified Goal (NCQG). L’accordo prevede che i paesi più industrializzati dovranno destinare almeno 300 miliardi di dollari all’anno, entro il 2035, ai paesi in via di sviluppo per supportare i tentativi di far fronte al cambiamento climatico.
Obiettivo sicuramente superiore al precedente da 100 miliardi di dollari l’anno, in scadenza nel 2025, ma di molto inferiore alla cifra che secondo esperti indipendenti sarebbe necessaria per far fronte alle più urgenti necessità imposte dai cambiamenti climatici. Tale cifra è stata indicata, sempre nell’ambito della COP29, come un ulteriore obiettivo e traguardo auspicabile, ovvero quello di impegnarsi a raggiungere almeno 1.300 miliardi all’anno entro il 2035, considerando una più ampia varietà di fonti di finanziamento.
Inoltre, sempre nell’ambito della COP29, per dare più consistenza all’accordo raggiunto, è stata istituita una roadmap di attività “da Baku a Belem”, dove si terrà la prossima edizione della COP, il cui obiettivo è proprio quello di aumentare le fonti di finanziamento disponibili per raggiungere la cifra dei 1.300 miliardi di dollari all’anno, e supportare i paesi in via di sviluppo ad implementare percorsi di crescita a basse emissioni e ad attuare piani climatici nazionali.
Nonostante le opportunità offerte dalla Finanza Climatica, ci sono ancora molte sfide da affrontare. La principale difficoltà risiede nella misurazione e nel monitoraggio degli impatti effettivi degli investimenti, poiché la realizzazione dei benefici climatici a lungo termine può richiedere decenni.
Inoltre, la trasparenza delle iniziative è fondamentale per evitare il rischio di greenwashing, cioè la pratica di presentare come “verdi” o “sostenibili” progetti che, in realtà, non hanno un impatto ambientale positivo. Anche la distribuzione delle risorse finanziarie è un problema critico. Occorre garantire che i fondi siano allocati in modo equo e che le politiche siano effettivamente orientate a ridurre le disuguaglianze sociali ed economiche.
La Finanza Climatica rappresenta una delle leve più potenti per garantire un futuro sostenibile e resiliente.
La transizione verso un’economia più verde richiede investimenti mirati e innovativi, ma anche una forte cooperazione tra gli attori coinvolti. Investire nella Finanza Climatica non è solo una necessità economica, ma anche una responsabilità sociale.
L’impegno di tutti – dai governi agli investitori, dalle aziende ai cittadini – è fondamentale per proteggere il pianeta e garantire un futuro vivibile alle prossime generazioni.
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