-
Blog
29 Luglio 2022
Crisi di Governo: quali scenari per il PNRR?
Nell’accesissimo dibattito politico degli ultimi giorni, incentrato sulla crisi di governo, una delle maggiori preoccupazioni riguarda il proseguimento dell’agenda del PNRR e il raggiungimento dei 55 obiettivi previsti entro la fine del 2022.
La Circolare firmata il 21 luglio scorso da Mario Draghi non lascia alcun dubbio: il Governo rimane impegnato nell’attuazione legislativa, regolamentare e amministrativa del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e del Piano Nazionale per gli investimenti Complementari (PNC). È quindi evidente come la Circolare, che ha come obiettivo la definizione delle modalità di disbrigo degli affari correnti e del perimetro di azione del Governo durante la crisi attuale, ponga al centro la questione delle risorse europee, richiamata ben 4 volte nelle sole due pagine e mezzo di testo, sottolineandone l’importanza.
L’attuazione degli interventi PNRR viene infatti ricompresa tra gli obblighi internazionali e comunitari, cosa che consente al Governo dimissionario di adottare addirittura disegni di legge, in deroga ad un divieto quasi assoluto per i periodi di crisi, ad esempio per gestire le urgenze dovute agli scenari economici di questi mesi. Il Governo potrà procedere anche con l’approvazione di Decreti Legislativi attuativi di deleghe e con l’adozione di regolamenti governativi o ministeriali. In altre parole, prevedendo il “disbrigo degli affari correnti”, deve essere garantita la continuità dell’azione amministrativa del Governo.
A questi dettami più strettamente normativi e amministrativi, si aggiunge il forte e costante impegno politico di Mario Draghi, ribadito chiaramente all’interno della Circolare, di portare aventi il più possibile gli interventi del PNRR, addirittura anticipando se possibile qualche scadenza prevista dal Piano per fine anno. Questo al fine di facilitare il compito del prossimo governo nel rispetto degli impegni presi nei confronti dell’Unione Europea. Il ruolo di coordinamento operativo sarà svolto dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Roberto Garofoli.
Tuttavia, è indubbio il fatto che la crisi di governo rappresenti quantomeno un rallentamento al serratissimo piano di riforme e investimenti previsti. Come già accennato, a rischio ci sono in primis i 55 obiettivi fissati per dicembre 2022, il cui raggiungimento sarà funzionale a sbloccare la terza tranche dei finanziamenti europei, pari a ben €21,839 miliardi. Infatti, anche se formalmente l’attività amministrativa ordinaria può andare avanti e le strutture tecniche previste dal DL 77/2021 (Governance del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e prime misure di rafforzamento delle strutture amministrative e di accelerazione e snellimento delle procedure) per l’attuazione del PNRR rimarranno certamente in carica fino al 2026, è difficile che con un governo dimissionario i Ministeri siano nelle condizioni di lavorare a pieno regime come è stato negli ultimi mesi. Questo perché non bastano le indicazioni formali: la possibilità di intervenire sulle singole linee d’azione dovrà essere verificata per tener conto della percorribilità politica, assolutamente non scontata in fase di campagna elettorale.
In questo contesto, alcuni dei dossier più delicati riguardano la selezione dei progetti beneficiari per l’installazione dei pannelli fotovoltaici, il finanziamento di 300 borse di studio per giovani ricercatori, la delega per il riordino degli IRCCS – a cui manca soltanto il via libera del Senato – i decreti attuativi in materia di giustizia e di processo tributari, le modifiche al codice della proprietà intellettuale e – soprattutto – l’attuazione del DDL Concorrenza che fungerà da vero e proprio banco di prova del nuovo modus operandi che il Governo dimissionario dovrà mantenere in questo delicato momento politico.
In conclusione, affinché tutto funzioni per il meglio e le scadenze previste per fine 2022 vengano raggiunte senza intoppi, il Governo avrà bisogno della stretta collaborazione del Parlamento, soprattutto in merito ai Decreti Legislativi che sempre richiedono pareri delle Commissioni competenti. Già in questi giorni, con le prime riunioni dei capigruppo alla Camera e al Senato, avremo un’idea più chiara circa l’effettiva disponibilità delle forze politiche presenti in Parlamento a collaborare alla buona riuscita degli obiettivi del PNRR.
Ti è piaciuto questo articolo?