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18 Febbraio 2022
Concessioni balneari: via libera alla riforma
La riforma delle concessioni balneari riceve il via libera all’unanimità
Sono stati approvati all’unanimità gli emendamenti al ddl concorrenza che danno il via libera alla riforma delle concessioni balneari che prevede la messa a gara degli stabilimenti a partire da gennaio 2024.
È di martedì sera la notizia che il governo ha approvato due provvedimenti per riformare i meccanismi di assegnazione delle concessioni pubbliche per gli stabilimenti balneari, tema su cui nel nostro paese si discute da anni. L’esito di questa decisione sarà l’assegnazione delle concessioni tramite gara pubblica a partire dal 2024.
Più nel dettaglio, il governo ha preso atto – tramite un primo decreto-legge – della recente sentenza del Consiglio di Stato che ha imposto la scadenza di tutte le concessioni per il 2024. Il secondo decreto, invece, chiede al Parlamento una delega per riformare entro sei mesi l’intero sistema con una serie di decreti attuativi, compito che di norma spetterebbe al Parlamento stesso. Obiettivo è quello di assicurare un utilizzo più sostenibile del demanio marittimo, di favorirne la pubblica fruizione e promuovere maggiore concorrenza sulle concessioni balneari. Si stabilisce inoltre che la durata della concessione non dovrà essere superiore a quanto strettamente necessario per garantire l’ammortamento e l’equa remunerazione degli investimenti autorizzati, con il divieto espresso di proroghe e rinnovi automatici. Sarà previsto anche un indennizzo al concessionario uscente, posto a carico del concessionario subentrante, in ragione del mancato ammortamento degli investimenti.
Anche se il testo del nuovo decreto-legge con cui il governo chiede una delega al Parlamento non è ancora disponibile integralmente, fonti della Presidenza del Consiglio affermano che le gare per assegnare le concessioni saranno imparziali e volte a favorire la partecipazione delle micro e piccole imprese, inclusi gli Enti del terzo settore. A tal fine, saranno definiti presupposti e casi per l’eventuale frazionamento in piccoli lotti e un limite massimo del numero di concessioni di cui si può essere titolari. Si dovrà poi assicurare il minimo impatto sul paesaggio, sull’ambiente e sull’ecosistema. Allo stesso tempo, tuttavia, le gare saranno formulate per garantire un certo vantaggio competitivo agli attuali proprietari, dato che sarà valutata positivamente “l’esperienza tecnica e professionale già acquisita”.
Come non è difficile immaginare, l’associazione di categoria dei gestori degli stabilimenti balneari – Assobalneari – è molto critica delle decisioni prese dal governo. A riguardo, il presidente dell’Associazione, Fabrizio Licordari, ha dichiarato: “Le famiglie non sanno come pagare le bollette, le imprese chiudono perché non sanno come sostenere i costi e il problema del governo italiano è svendere le coste e dare la possibilità agli stranieri di venire a prendere i gioielli migliori del nostro paese”.
La decisione è comunque storica. Si tratta infatti della prima volta che il governo prende l’iniziativa di riformare le concessioni balneari, tema su cui da più di 15 anni le forze politiche si scontrano, a partire dall’approvazione da parte della Commissione Europea della direttiva Bolkestein. La direttiva sancisce che il governo italiano dovrebbe liberalizzare le concessioni pubbliche – cioè tutti i beni di proprietà pubblica, come appunto le spiagge – per le quali dovrebbero essere organizzate gare pubbliche.
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