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26 Luglio 2024

Assonime: PPP, driver di innovazione ed efficienza

Assonime: PPP, driver di innovazione ed efficienza

Lo scorso 17 luglio, Assonime – l’Associazione per le Società per Azioni Italiane – in collaborazione con l’Università Luiss, ha organizzato il seminario “Il Partenariato Pubblico-Privato. Driver per l’innovazione e la sostenibilità”, incentrato appunto sui Partenariati Pubblico-Privati (PPP), strumento alternativo all’appalto e punto di incontro tra un Ente pubblico e soggetti privati. 

L’evento ha riunito diversi esperti di settore per esaminare le sfide e le opportunità di questo strumento. Infatti, anche se il PPP rappresenta indubbiamente uno strumento prezioso per stimolare la ripresa dell’economia italiana, la sua implementazione stenta ancora a decollare nel nostro Paese. 

Il seminario è stata anche l’occasione per illustrare il position paper di Assonime “Tre aspetti su cui riflettere per potenziare il Partenariato Pubblico-Privato”, pubblicato lo scorso maggio

Secondo questo rapporto, soprattutto in periodi di significativa contrazione delle risorse economiche e di elevato indebitamento pubblico, il PPP offre una soluzione per finanziare progetti di pubblica utilità con il contributo di investitori privati senza gravare sulle finanze pubbliche.

Il nuovo Codice degli Appalti ha riformulato la disciplina riguardante questo strumento, incoraggiando e promuovendo l’adozione di nuove forme contrattuali che superano la tradizionale logica dell’appalto. 

Tuttavia, per incentivare il modello del PPP non sono sufficienti solo gli strumenti giuridici e regolatori.

È essenziale anche disporre di mercati e progetti che sappiano attrarre investitori.

Per ottenere questo risultato, è necessario garantire elevati standard di efficienza nelle Pubbliche Amministrazioni, risolvere incertezze normative e sviluppare schemi contrattuali più innovativi e flessibili rispetto ai modelli tradizionali di collaborazione con il settore privato. 

In merito a quest’ultimo aspetto, Assonime sottolinea anche l’importanza di considerare le esperienze di altri Paesi come best practices. Ad esempio, negli Stati Uniti, le forme di PPP note come “Innovation Challenges” sono ampiamente utilizzate nei settori strategici come lo spazio o la difesa. 

Si tratta di una forma di appalto pre-commerciale che mette in competizione i migliori team di ricerca, innovazione e sviluppo industriale per risolvere problemi tecnologici ben definiti e sviluppare soluzioni innovative in aree tecnologicamente complesse. Questo modello è “demand driven”, ossia scaturisce da specifiche esigenze da parte della committenza.

Durante le fasi competitive, che possono essere organizzate in più passaggi successivi, le risorse disponibili (sotto forma di premi) sono allocate in base al raggiungimento di risultati predefiniti, cosa che consente di orientare gli sforzi economici verso il raggiungimento di obiettivi concreti in campi tecnologici sfidanti.  

In conclusione, riportiamo le parole del Direttore Generale di Assonime, Stefano Firpo, che ben riassumono le tematiche trattate: “Il PPP è senz’altro uno strumento utile per favorire un ammodernamento dell’apparato infrastrutturale del Paese e per innovare molti servizi erogati dalla PA soprattutto in un momento nel quale gli spazi di manovra della finanza pubblica appaiono limitati. Forme di partenariato hanno iniziato a diffondersi anche all’interno dei progetti finanziati con il PNRR ma ancora in modo troppo limitato; ciò ha impedito di finanziare molti progetti di indubbia utilità sociale. Gli strumenti giuridici e gli approcci regolatori promossi meritoriamente dal nuovo Codice degli appalti da soli non bastano, occorrono anche mercati e iniziative capaci di attrarre l’interesse di promotori e investitori. E, ovviamente, anche una Pubblica Amministrazione all’altezza dei nuovi compiti”

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