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05 Luglio 2024
Approvata la nuova Direttiva europea sul diritto alla riparazione
Negli ultimi anni, il concetto di “diritto alla riparazione” ha guadagnato crescente attenzione e rilevanza, diventando un tema cruciale nel dibattito sulla sostenibilità, i diritti dei consumatori e l’innovazione tecnologica.
Questo diritto implica che i consumatori devono avere la possibilità di riparare i propri dispositivi e apparecchiature, invece di essere costretti a sostituirli con nuovi prodotti.
Il “diritto alla riparazione” nasce dall’esigenza di contrastare l’obsolescenza programmata, una pratica in cui i prodotti sono progettati per avere una vita utile limitata, costringendo i consumatori a sostituirli frequentemente.
Questa pratica non solo impone costi elevati ai consumatori, ma contribuisce anche a un’eccessiva produzione di rifiuti elettronici, che rappresentano una significativa minaccia ambientale.
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A livello globale, diversi paesi stanno iniziando a introdurre normative a favore del diritto alla riparazione.
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L’Unione Europea, ad esempio, ha implementato regolamenti che richiedono ai produttori di fornire informazioni sulla riparabilità e di garantire la disponibilità di pezzi di ricambio per un determinato periodo.
È stata recentemente approvata, sia dal Parlamento che dal Consiglio, la nuova Direttiva europea dal titolo “Norme comuni che promuovono la riparazione dei beni” volta a incentivare iniziative e strumenti che promuovono la riparazione dei beni rotti o difettosi. Nei prossimi anni, grazie a questo atto legislativo, sarà più semplice per i consumatori chiedere la riparazione dei beni acquistati, anziché la loro sostituzione, e i servizi di riparazione diventeranno più accessibili e trasparenti.
La Direttiva, approvata in via definitiva, entrerà in vigore il ventesimo giorno successivo alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale e gli Stati membri avranno 24 mesi di tempo dall’entrata in vigore per recepirla nel diritto nazionale.
Oggetto della Direttiva è quello di stabilire norme comuni che promuovono la riparazione dei beni acquistati dai consumatori, allungandone la vita utile e contribuendo fortemente all’economia circolare e alla transizione verde.
L’articolo 1, paragrafo 2, definisce l’ambito di applicazione della Direttiva, la quale si applica “alla riparazione dei beni acquistati dai consumatori nel caso in cui si verifichi o si manifesti un difetto dei beni al di fuori della responsabilità del venditore”.
I “beni” sono quelli definiti all’articolo 2, punto 5, della direttiva (UE) 2019/771 (esclusi l’acqua, il gas e l’energia elettrica) che fa riferimento non solo a “qualsiasi bene mobile materiale”, ma anche a “qualsiasi bene mobile materiale che necessita di contenuti digitali o di servizi digitali per funzionare (“beni con elementi digitali”)”.
Per i difetti dei beni, la Direttiva introduce diverse disposizioni, in particolare l’obbligo di fornire ai consumatori un modulo europeo di informazioni sulla riparazione (articolo 4) che possa aiutarli a valutare e confrontare i servizi di riparazione, l’obbligo di riparazione (articolo 5) con il corrispondente obbligo di informazione (articolo 6) e introduce anche la creazione di una piattaforma on-line per la riparazione e il ricondizionamento dei prodotti (articolo 7).
In particolare, la Direttiva prevede che esista almeno una piattaforma on-line, per ogni Stato membro, che consenta ai consumatori di trovare, nel proprio territorio, negozi di riparazione, venditori di beni ricondizionati o acquirenti di beni difettosi ai fini del ricondizionamento.
Uno dei principali benefici del diritto alla riparazione è la riduzione dei rifiuti elettronici.
Promuovere la riparazione significa allungare la vita utile dei prodotti e ridurre la necessità di produrre nuovi dispositivi, con conseguente diminuzione delle emissioni di carbonio e del consumo di risorse naturali.
Il diritto alla riparazione rappresenta una svolta significativa nella tutela dei diritti dei consumatori e nella promozione della sostenibilità ambientale. Promuovere la riparazione non è solo una questione di risparmio economico, ma anche di responsabilità ambientale e di autonomia dei consumatori.
Con il giusto sostegno, il “diritto alla riparazione” può diventare un pilastro fondamentale di una società più sostenibile.
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